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Dobbiamo disobbedire - Goffredo Parise - copertina
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Dobbiamo disobbedire

Descrizione


La borghesia, il sesso, il divorzio, l'aborto, la pornografia, la politica insomma: l'Italia com'è, e come potrebbe essere se solo lo volessimo - nelle risposte di Parise ai lettori del "Corriere della Sera". Risposte limpide, ribelli, bruscamente poetiche, come si addice a un grande scrittore.
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Dettagli

2013
2 ottobre 2013
76 p., Brossura
9788845928314

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Cristiano Cant
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"I ragazzi hanno imparato a parlare davanti al video, usando quella lingua (didascalica, cioè in sott'ordine rispetto all'immagine); la scrittura la usano poco ed esclusivamente a scuola, dunque devono decifrare, non semplicemente leggere. Nel frattempo la seconda scuola agisce e crea nei ragazzi una profonda dissociazione, quella fra cronaca e storia, tra ciò che appare e ciò che è. In altre parole, per essere meno filosofici, i ragazzi sentono che la scuola di Stato nel suo complesso "umanistico" parla un lingua che non si parla più. Automaticamente questo sentimento fa sì che l'autorità che fu della scuola di Stato passi nelle mani della televisione. Non è colpa della televisione come mezzo se essa emana un'attrazione irresistibile per i ragazzi (e peri grandi, per tutti). Il mezzo non è mai colpevole. è semplicemente fatale, si sviluppa e si modifica seguendo gli sviluppi (fatali) della storia dell'uomo. I bambini di oggi formano la loro prima cultura di base davanti al televisore. Praticamente hanno già guardato tutto il mondo (senza vederlo) a pochi anni. Poi vanno a scuola, alle mede, al liceo. Qui cominciano i guai: a mano a mano che la cultura cosiddetta umanistica si sovrappone a quella di base (televisiva) comincia la dissociazione e il fastidio. Lo scolaro ha la sensazione di precipitare in un mare di irrealtà, di personaggi, luoghi, situazioni che non riconosce nel mondo che guarda alla televisione e che, di contro, non visualizza attraverso la parola scritta per mancanza di allenamento. Sono due lingue diverse". - Scritto targato anni 1974/1975, dica chiunque legga se queste righe non siano lucida e perfetta premonizione, testamento largamente anticipato di questi anni finiti, schiacciati dalle stolte presse elettroniche, dal nulla al plasma(al posto della Tv)che dilania, e che ahimè non sembra neanche un pò far tremare i polsi ai riguardosi addetti ai lavori. Qui qualcuno tenta di chiedersi dove abiti ancora un residuo di persona. Si legga, di grazia.

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Ivan Solinas
Recensioni: 5/5

Sebbene siano passati oltre quarant'anni dalla redazione degli articoli pubblicati in questo agile libretto, il pensiero è le riflessioni di Parise restano sempre attualissime e pungenti.

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Goffredo Parise

1929, Vicenza

È stato uno scrittore e giornalista italiano. Comincia a scrivere collaborando con giornali come L’Alto Adige, L’Arena, il Corriere della Sera. Nel 1950 appare il suo primo romanzo, Il ragazzo morto e le comete, pubblicato dall’amico Neri Pozza ma stroncato dalla critica. Nel 1953 è la volta de La grande vacanza accompagnato questa volta da una lusinghiera recensione di Eugenio Montale sul Corriere della Sera e definito da Carlo Bo nel 1968 “autentica poesia”. È Leo Longanesi ad incoraggiarlo a continuare a scrivere: arriveranno Il prete bello (1954); Il Fidanzamento (1956); Amore e Fervore (1959). La bravura del Parise giornalista emerge da alcuni reportage di viaggio, come Cara Cina (1966), Due o tre cose sul Vietnam (1967) e il libro...

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