Giulietta e Romeo. Brani Scelti (Colonna sonora)

dopo mesi che ho visto lo spettacolo, ancora oggi chiudo gli occhi e rivedo l'opera, ho avuto la fortuna di vederlo in seconda fila centrale con la musica a palla, stupendo ti entrava nel sangue e non mi e'ancora uscita, il cd l'ho quasi consumato e mi dispiace che non ci sia ancora in commercio il dvd dell'opera spero che lo mettano in circolazione quando finira' il tour mondiale, se torna a Milano ...Cocciante sei e rimarrai l'unico nel trasmettere l'amore..

Sono stato ieri all'Arena ad assistere all'opera... ke dire...stupenda!!

Di primo acchito, prima l’ascolto, la copertina incuriosisce e opera due ammicchi per l’attento ascoltatore : l’assenza di ogni nome d’artista e il sottotitolo “opera popolare”. Come per Notre-Dame de Paris che, per la prima edizione, fu pubblicato senza nome d’autore (ma di cui l’identità del romanziere era conosciuta), la fama di R. COCCIANTE e di P. PANELLA, il successo dello spettacolo, no lasciano alcuni dubbi per quanto riguarda il contenuto dell’album e le sue qualità artistiche. L’indicazione di genere fa eco al saggio di P. ASINARI e funge da esplicita risposta. Per memoria, P. ASINARI fa un confronto con il melodrama di GLUCK. Se si tratta di travalicare le categorie, di proporre una musica a vocazione europea o internazionale, di posarsi in un spazio aperto, luogo d’intreccio di correnti d’ispirazione, di fondere forme e luoghi scenichi (teatro e opera nel caso di GLUCK, ciò che implica un cambiamento di sensibilità), a rischio di sconcertare i preconcetti, allora, infatti, il parallelo si spiega, a patto di non limitarsi di generalità triviale, ma di capire il “senso profondo” della riflessione estetica. Con questo, penso che sarebbe stato possibile di convincere il compositore (benché “opera popolare” offre un campo pîù ampio), sopra tutto se si prende coscienza di ciò che la storià di Giulietta e Romeo mette in opera : l’aspirazione a un linguaggio universale, semplice, diretto, capace d’esprimere l’indicibile, l’essenza del essere. La sensibilità passa anche attraverso la musicalità delle parole su cui gioca P. PANELLA (qui, la “simplicità” è garanzia di autenticità, di “sincerità” e mira sempre a cogliere i “clairs de silence” fra le parole) e l’espressività dei cantatori, maestri nell’arte della sincope, che ci commuovono uno dopo l’altro.