Dark Side of the Moon

1)Non si resta in classifica 14 anni di seguito,uno sull'altro,semplicemente con un disco. Quindi,non è un disco. E' semplicemente la più grande opera d'arte audioVISIVA della storia della musica dal 1000 ad oggi. Audiovisiva perchè (T)DSOTM rappresenta una esperienza per gli occhi,oltre che per l'anima e le orecchie;non per nulla Waters,nella intervista sul DVD relativo al "making of" del disco "E' un disco che parla di come gli avvenimenti che si susseguono nella vita di ogni persona COLORINO la propria prospettiva esistenziale". Da grande appassionato dei Pink Floyd non me la sento di consigliare il disco a chiunque. Purtroppo non è una questione di mero "snobismo" da "vecchio" (perchè non sono nè snon nè tantomeno vecchio),ma questo disco richiede un ASCOLTO estremamente attento,accoppiato ad una preparazione mentale adeguata,come molti altri dischi della band;in quanto non si tratta nè di rock,nè di blues,nè di prog nè di altro genere. QUESTO disco E' i Pink Floyd,è un suono immediatamente riconoscibile tanto come elaborato da metabolizzare...secondo il mio personalissimo punto di vista chi NON conosce i PF NON dovrebbe cominciare da questo disco,per una semplicissima ragione: tutto ciò che (eventualmente) ascolterà dopo sarà tendente comunque verso il basso. Questo è il picco massimo,lo Zenit della straordinaria e irripetibile carriera musicale di questa particolare e unica band.

Inutile sprecare parole: capolavoro assoluto! I migliori Pink Floyd di sempre, incredibilmente ispirati e geniali, coadiuvati dal mitico ingegnere del suono Alan Parsons, con la copertina più famosa e leggendaria di tutti i tempi. Semplicemente storia della musica mondiale...

Il ciclo dei battiti del cuore all' introduzione e all' epilogo racchiude il racconto concept di questo lavoro che non a caso ancora oggi : rappresenta un classico della pop music degli anni settanta. Una pietra miliare della storia del rock. Un lavoro, peraltro, degno dell' innovazione che si propose di rappresentare all' epoca della sua inattesa rivelazione. Davvero nuova. Sognante. Inedita fino al punto da segnare una sorta di evoluzione di cio' che l' elaborazione della scrittura muscicale, nel rock, aveva raggiunto e rappresentato e illustrato fino a quel momento. Non vi erano, all' epoca, elaborazioni al computer ma solo mixer sia pure elaboratissimi e al servizio dei famigerati ingegneri del suono, che a ben vedere altro non erano che : nel migliore dei casi poco piu' che elettricisti o semplici autodidatti formati nel garage di casa. Si osservi, o meglio si ascolti il suono degli orologi, fusi, in "Time" o quello delle casse in "Money", oggi, a quasi trent' anni di distanza possono anche apparire ingenui tentativi di contaminazione al suono del racconto musicale per palati di bocca buona, ma nel 1974, era pura avanguardia. E, grande novita' del momento. Cosi' come lo fu il suono ovattato della batteria di Niky Mason o il suono cristallino, pulito, mondato di ogni stridore, delle fener stratokaster di Gilmour. Il tempo e la distanza trasforma, come sostiene Woody Allen, la tragedia in commedia, eppure, nonostante cio', io trovo che sia rimasta intatta la magia, anche storica, di questo capolavoro. A dispetto dei tanti computer che, oggi, consentono tutto a tutti, specie a coloro del tutto privi e di idee e di talento ma ben forniti di manuali di composizione da scaricare su internet o comprare a puntate nell' edicola sotto casa. A poco prezzo.