Il disagio della sera

Un romanzo scritto in modo esemplare, stupendo. A tratti molto, molto, MOLTO crudo. Vorrei consigliarlo a tutti per il "come" e a nessuno per il "cosa", bel dilemma. Assolutamente da leggere, se se ne ha la forza. 4,5 stelle.

Più si legge e più ci si conosce, e più si conosce ciò che non accettiamo in nome della lettura, di una buona storia, di un tema importante. Un tema importante e una buona storia in questo romanzo ci sono. Il lutto vissuto da una bambina all’interno di una famiglia il cui fervore religioso regola le dinamiche e nasconde le vere questioni, le vere emozioni, fino alla disfunzionalità affettiva. Il mondo dell’infanzia, la crescita di una bambina che si confronta con la morte e con lo sconquasso che questa porta nella vita di tutti in famiglia. La morte che fa implodere quel microcosmo che è il centro dell’amore e di ogni sicurezza per i figli e che ora offre solitudine, paura, angoscia. I bambini che si fanno carico del malessere degli adulti. Situazioni purtroppo vere, di una concretezza durissima. Come non rimanere colpiti e non sentirsi coinvolti dalla sofferenza silenziosa e indulgente dei bambini? La risposta, a mio parere, sta nel non trovare la misura giusta per dar loro voce. Far parlare i bambini in prima persona è un gioco di equilibri che in questo libro (ma non solo in questo) non ho trovato. È molto facile, con un uso spropositato di considerazioni e similitudini solo apparentemente infantili – in realtà molto articolate e sofisticate -, creare l’immagine di un bambino-fenomeno la cui ingenuità e la cui innocenza, la cui spontaneità semplice risultano appannate, giacché è con questo linguaggio schietto e autentico che i piccoli ci mostrano il loro mondo ricco e complesso, fatto di gioie e dolori reali. Un altro libro che “acchiappa” e che, nel farlo, mi ha allontanato dal centro del tema perché nella forma l’ho trovato artefatto, poco credibile, irritante, e per questo l’ho abbandonato.

Un pugno allo stomaco. Bellissimo