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Le dimensioni della gabbia - René Avilés Fabila - copertina
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Le dimensioni della gabbia - René Avilés Fabila - copertina

Descrizione


Tristi vampiri, diavoli discriminati, fantasmi oppressi, animali più o meno fantastici in gabbia: ecco alcuni dei protagonisti delle storie raccolte in questa antologia. Storie in cui una spassosa versione oltremondana del più rigoroso marxismo trasferisce la lotta di classe nell'aldilà, storie in cui lo sfruttamento, l'emarginazione e la solitudine diventano tratti distintivi della dolente vita dei "mostri", come un prolungamento ultraterreno delle angherie cui è costretta anche la maggior parte dei vivi. Grazie ai trenta racconti brevi e brevissimi qui selezionati, il lettore italiano potrà conoscere parte dell'estesa opera di René Avilés Fabila, prolifico autore messicano recentemente scomparso che ha fatto dell'umorismo e dell'immaginazione gli strumenti principali di una letteratura la cui eco, senza dubbio politica, ha lo scopo di smascherare e deridere il sistema capitalistico e le sue storture.
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Dettagli

2017
30 novembre 2017
96 p., ill.
9788899877149

Voce della critica

Un fantasma può morire? Genererebbe, in quel preciso caso, un altro fantasma? No, per niente, altrimenti secondo un «principio maltusiano il mondo soffrirebbe di sovrappopolazione di spiriti, cosa che risulterebbe intollerabile ai vivi: non riuscirebbero mai a dormire sogni tranquilli». Spiluccando queste pagine di L’esistenza degli spiriti di René Aviles Fabila, un racconto tratto dalla raccolta Le dimensioni della Gabbia (edizioni Arcoiris), si avverte tutta la funambolica arte del mescolare e dello sparigliare dell’autore messicano, sempre in bilico tra i generi e tra le storie.

Nel suo incedere ci sono gli ornamenti preziosi della narrativa di genere – mostri, fantasmi, strane creature, animali più o meno fantastici – e le considerazioni di stampo filosofico, religioso, storico e politico. Il tutto è offerto in forme di sentenze che mai si prendono sul serio, eppure rivelano spesso i risvolti della storia più di un manuale o di un saggio. E così, questo prezioso libretto affronta, con la stessa caparbia ironia, la rivoluzione di Satana (Ingiustizie celesti), speculazioni dotte sulla natura del soprannaturale e sulla sua riproducibilità (Un parto dell’altro mondo) e strani animali messicani (Il serpente-pene).

In Aviles Fabila non c’è un delimitare netto e così appare del tutto naturale che una riflessione sui fantasmi (Sui fantasmi) – materia letteraria che dalle nostre parti è contraddistinta dal confinamento in un genere – possa debordare nella politica e nella storia. In America Latina, ad esempio, non ci sono fantasmi ma «esseri demoniaci, spettri, redivivi, anime, anime in pena, figure dell’oltretomba o defunti che ritornano (senza un motivo specifico) dall’aldilà». Possono persino acclimatarsi le streghe, gli incantesimi che provengono dall’Africa, i rituali dei nativi americani che si miscelano con la religione degli spagnoli, ma niente spazio per i fantasmi. Le ragioni? Semplice: i poveri contadini e gli operai, da morti, non avrebbero la forza di scoperchiare le proprie bare per «terrorizzare i capitalisti e i latifondisti che lo meriterebbero» e dall’altra parte ci sarebbero «cruenti proclami militari, repressioni brutali e sanguinose persecuzione politiche, ossia fatti quotidiani che tuttavia i fantasmi, per quanto spaventosi, non saranno mai in grado di provocare». Ma forse, e questa è l’opzione più piacevole, i fantasmi hanno bisogno di castelli freddi, tranquilli e lugubri per esistere, e anche di vittime aristocratiche o dell’alta borghesia. Perché i fantasmi, almeno loro, fanno la lotta di classe.

Recensione di Rosario Battiato

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