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La difesa della cultura - Yukio Mishima - copertina
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La difesa della cultura - Yukio Mishima - copertina

Descrizione


Il volume presenta per la prima volta in traduzione italiana la raccolta di saggi di Yukio Mishima intitolata "La difesa della cultura" (Bunka Boeiron, 1968). In questi testi, tradotti da Silvio Vita e Romano Vulpitta, Mishima esamina il rapporto tra cultura, tradizione, nazione, natura e ruolo dell'Imperatore, tutti temi che caratterizzeranno gli ultimi mesi della sua vita. La difesa della cultura rappresenta il totale e definitivo passaggio di Mishima dalla "via della penna" a quella della spada, grazie anche all'apporto fisico e morale dei giovani del Tate No Kai, il suo esercito privato, veri ispiratori dell'opera e depositari di un pensiero, quello del drammaturgo giapponese, circondato per anni dallo scetticismo di quanti abbiano bollato come "folle" il modo brutale in cui si tolse la vita il 25 novembre 1970. Introduzione di Daniele Dell'Orco.
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Dettagli

2020
10 settembre 2020
Brossura
9788899564605

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Franco
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Dopo cinquant’anni dal suicidio rituale di Yukio Mishima, la sua opera e il suo pensiero sono più vivi che mai. Della vitalità del lavoro mishimiano ne da prova questa raccolta di saggi inediti, La difesa della cultura, pubblicati nel biennio 1967-‘69. L’Autore tratta il tema della cultura e il rapporto che essa ha con: la tradizione millenaria nipponica, la nazione, la natura e la figura e il ruolo dell’Imperatore. Mishima riprende così alcuni aspetti presenti in altri libri, ma quello che emerge dalla lettura è la continuazione della propria opera letteraria, che si può riassumere con l’espressione “via della penna”, con quella della “via della spada”, cioè dell’azione. Chi conosce i lavori del più grande scrittore giapponese del Novecento saprà che accanto ad una intensa attività di romanziere e saggista, in alcuni di essi mostrò come l’agire su sé stessi fisicamente – come la pratica del body building e del kendo – fu per lui di particolare importanza per la propria vita e il modo di concepirla più in generale. Mishima, infatti, propone al lettore una visione eroica, agonistica, combattente e virile dell’esistenza, e dove l’erotismo sia parte integrante di essa. Il libro richiama alcuni aspetti delle sue idee politiche, come il culto del Tenno, e di un nazionalismo radicale e intransigente di impronta simultaneamente antiamericana e anticomunista, ma fu proprio il primo che lo convinse allo spettacolare e terribile seppuku. Per Mishima vedere un Giappone occidentalizzato ed americanizzato era deleterio per la società del Sol Levante, pur essendo egli stesso un ammiratore della cultura europea e americana: Gide, Henry Miller, Novalis, Hemingway, Truman Capote, oltre a Nietzsche e a D’Annunzio erano parte delle sue letture preferite, ma ne criticava gli accordi militari che imposero di possedere un proprio esercito. La sua fine è nota, però i capolavori che scrisse restano da testimonianza di un uomo che sognava di salvare la sua Nazione e seppe morire da samurai.

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Yukio Mishima

1925, Tokyo

Yukio Mishima, pseudonimo di Hiraoka Kimitake è stato uno scrittore giapponese. Autore in particolare di romanzi incentrati sulla dicotomia fra i valori della tradizione e l'aridità spirituale del mondo contemporaneo. La sua prima opera, Confessioni di una maschera (1949), parzialmente autobiografica, gli diede subito fama e successo. La popolarità andò ulteriormente consolidandosi con La voce delle onde (1954), Il padiglione d'oro (1956) e Il sapore della gloria (1963). In seguito, con la tetralogia Il mare della fertilità (1965-1971) Mishima affermò il valore della cultura del Giappone imperiale, criticando gli esiti del processo di modernizzazione del paese. Temi ricorrenti della sua produzione sono il mito della forza e dell'eroismo, l'erotismo,...

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