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Anno edizione: 1992
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scheda di Fasolo, A., L'Indice 1992, n. 8
"L'originalità è il risultato di un accostamento inedito di cose già note". La citazione di un illustre biologo, Jacques Monod, serve da epigrafe ad un libro di scienza veramente originale, in cui si parla di dietetica e di cervello, di biochirnica e di piacere. Jean-Marie Bourre è medico e direttore di ricerca all'Inserm (l'Istituto nazionale francese per la ricerca medica) ma è anche un brillante divulgatore con una scrittura immaginifica e ricca di humour. Nel libro l'accostamento fra neuroscienze e scienza dell'alimentazione non è peregrino ma si fonda sull'ipotesi di lavoro forte che il cervello, la più complessa costruzione del creato, deve essere nutrito in modo adeguato anzi deve essere oggetto di una diet-etica. E questa diet-etica non è fatta "di solo pane" ma deriva da un piacere completo dei sensi e contribuisce a fare un uomo libero ed intelligente! La trattazione è completa e accurata, arricchita da un glossario finale (mentre manca una bibliografia essenziale che forse avrebbe giovato. . .). Gli argomenti si dipanano secondo un ordine non convenzionale ma molto saldo e logico clefinendo a guisa di aperitivo i problemi in campo e come antipasto le regole generali della scienza dell 'alimentazione. Seguono una trattazione sulla biologia e biochimica del cervello e le descrizioni dei vari nutrimenti (e dei "nemici" alimentari). Ma a dimostrazione dell'originalità del libro, neuroscienze e dietetica sono raccordate fra loro da un delizioso capitolo dedicato ai "piaceri dei sensi". I cibi non solo possono essere "buoni da pensare" secondo una celebre espressione di Lévi-Strauss ma devono innanzitutto essere "buoni per pensare" fornendo quegli stimoli sensoriali (gustativi, olfattivi, visivi, tattili)che caratterizzano un'alimentazione "intelligente" nel senso stretto del termine, destinata cioè a contribuire significativamente allo sviluppo ed al raffinamento delle furzioni nervose complesse (percezione, memoria emotività, motivazione). Bourre chiude la sua opera con un invito a proseguire la ricerca scientifica sulle tematiche dell'alimentazione per precisare ciò che occorre al nostro sistema nervoso in fatto di energia, di vitamine, di oligoelementi, di proteine e di lipidi. La sfida è grande: in un mondo in cui l 'aspettativa di vita e di salute cambiano così rapidamente l'alimentazione di oggi è adeguata al cervello di domani? L'autore invita a non cercare le scorciatoie delle pseudoscienze ma a intensificare lo studio sperimentale, ricordando peraltro che "L'uomo del laboratorio non deve divenire un alibi, bisogna mangiar bene e sano, combinare la salute con la gioia di vivere" (p. 299). Natalia Aspesi in un suo recente e spiritoso articolo suggeriva che il cibo come ossessione non genera soltanto un numero crescente di disturbati della tavola, dagli anoressici ai bulimici, ma in tempi di sbandamenti culturali e ansia di mode una sovrabbon anza di studi di antropologi, semiologi, filosofi, letterati, epidemiologi.. II libro di Bourre si inserisce in questa voga ma con caratteristiche che lo fanno apprezzare. II discorso scientifico assolutamente attuale e degno di attenzione convive senza scendere a patti con una visione epicurea seria e gioiosa allo stesso tempo.
Talvolta il testo è venato di enfasi o abusa nei giochi di parole e nelle frasi ad effetto, quasi che il dietologo abbia assunto gli stili della pubblicità alimentare, ma nel complesso è sempre godibile. Ad esempio molti si riconosceranno nella descrizione clinica fra il serio ed il faceto di una diffusa tossicomania, la "cioccolatomania", e delle sindromi di astinenza che derivano dalla privazione del cioccolato! In fondo Bourre (nomina sunt omina?) sembra aderire alle visioni del poeta dell'utopia sociale, Charles Fourier, quando delineava una eminente figura umanitaria dedita alla salute ed al piacere, quella del "gastrosofo", e quando parafrasando Talleyrand affermava che la gastronomia e non la guerra è la politica proseguita con altri mezzi... Con un'opera di divulgazione scientifica così insolita e ricca di pregi culturali si apre brillantemente una nuova collana editoriale dedicata alla scienza dagli editori Sperling e Kupfer. Tornando all'alimentazione ed alle sue metafore il libro di Bourre è un oggetto "buono da mangiare" (come direbbe l'antropologo Marvin Harris) anzi sembra un ben strutturato pranzo di Babette.
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