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Diario cinematografico - Cesare Zavattini - copertina
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Dettagli

1991
1 gennaio 1991
408 p.
9788842509363

Voce della critica


scheda di Vittozzi, S., L'Indice 1991, n. 6

La descrizione più aderente e sintetica di questo "Diario" la dette lo stesso Za quando, a metà degli anni settanta, progettava di raccogliere "una grossa quantità di materiale che c'è di mio qua e là e che riflette insomma una numerosa e cocciuta attività, a volte non priva di buone intuizioni, a volte tutta associativa, cooperativa, da buon padano". Riprendendo materiali già apparsi in "Straparole" (1967), il volume raccoglie sistematicamente articoli prodotti da Zavattini tra il 1940 e il 1976 per diverse testate giornalistiche (nell'ordine, "Cinema", "Bis", "Cinema nuovo", "Rinascita" e "Paese sera"). La curatrice ha pazientemente ordinato questi materiali, tra cui qualche inedito, spesso sottraendoli alle continue revisioni cui lo scrittore non si stancava di sottoporli. Interventi pubblici in forma diaristica, dunque: dove la forma riflette significativamente la personalità di Zavattini e il ruolo da lui svolto nella cultura italiana del dopoguerra. Cronache di cinema e grandi battaglie di politica culturale fanno tutt'uno infatti con la registrazione della cronaca minuta, brevi schizzi e fatterelli tutti sostenuti da un'illimitata curiosità e adesione morale alla vita in ogni suo aspetto: e cioè la fonte prima della sua attività creativa. A dodici anni di distanza dalla prima edizione Bompiani (da tempo esaurita), il "Diario" riappare ora presso l'editore Mursia, tra i primi titoli di una collana dedicata alla memorialistica.

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Conosci l'autore

Cesare Zavattini

1902, Luzzara

Cesare Zavattini è stato uno scrittore e sceneggiatore italiano. Tra il 1931 e il 1943 rivelò la sua personalità singolare, ricca di fantasia e di surreale umorismo, in una vasta produzione giornalistica e letteraria, raccolta in parte nei volumi Parliamo tanto di me (1931), I poveri sono matti (1937), Io sono il diavolo (1941), Totò il buono (1943). Esordì come soggettista e sceneggiatore cinematografico nel 1935, affermandosi poi, nel dopoguerra, come uno dei massimi esponenti del cinema neorealista (particolarmente fecondo il suo sodalizio con V. De Sica). Nel ’50 tornò alla letteratura, correggendo lo humour delle prose giovanili nella direzione della polemica sociale o della satira di costume. Si ricordano il pamphlet moralistico Ipocrita...

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