I diari del ghetto di Varsavia. Le storie dei coraggiosi che non si piegarono

Il libro si compone di due diari distinti, gli unici due tradotti e selezionati da un'opera di memorialistica polacca che ne conteneva di più; il primo di Noemi Szac-Wajnkranc racconta appunto le vicende di Noemi una giovane sposa ebrea che perderà il marito deportato in un campo di concentramento e morirà a sua volta proprio alla fine della guerra, nel maggio 1945, colpita da un cecchino. La lettura non è semplice, lo scritto infatti non ha pretese letterarie ed è difficoltoso da seguire, con introduzione di nominativi non noti, molte ripetizioni, una pessima traduzione. Ma la fatica deve essere fatta poiché il valore di quanto riportato è immenso. Sono descritte le privazioni, la fatica e le sofferenze provate nel quotidiano, fino all'epilogo costituito dalla morte del marito, dopo quella dei genitori e delle altre persone care. Molto bella la lotta strenua per la sopravvivenza, per la vita che è poi, a vedere, come grande insegnamento lasciato dallo scritto, il senso della stessa. Più pragmatico e sintetico,dal rigido ordine cronologico degli eventi, il secondo diario di Leon Weliczker che, a quanto ho potuto apprendere dalle mie ricerche in rete, diversamente da Noemi, è sopravvissuto alla guerra. La lettura,benché impegnativa, ha un grande valore culturale, morale e di memoria.

racconti allucinanti, ogni volta che si leggono testimonianze sul periodo barbarico ignobile del periodo narrato si resta stupiti di quanta brutalita' e' stata perpetrata, non esiste limite e confine. consigliato a chi e' interessato alla materia trattata.