Dialogo dei ricchi e dei poveri. Testo greco a fronte

I protagonisti di questo breve, ma molto interessante, dialogo sono i poveri e i ricchi dell'impero Bizantino. L'autore, che apparteneva all'aristocrazia còlta di Costantinopoli, lo scrisse nell'autunno del 1343. Non è un "manifesto rivoluzionario" ma è una richiesta ai ricchi, da parte di chi fa fatica a campare (contadini, costruttori di case e di navi onerarie...), di cedere una parte della loro ricchezza ai poveri. Dicono i poveri ai ricchi: "Per voi ci sia pure il lusso, per noi almeno la possibilità di sopravvivere...vostre sono le vesti e i broccati d'oro, nostre le vesti intessute di pelo, vostre le delicatezze e i vari manicaretti, nostro il pane cattivo e il pesce salato...per voi tutto sia piacere, per noi siano risolti i bisogni e le necessità della natura; a voi sono state date risorse inesauribili, a noi sventure e sofferenze". E ancora: " Alimentateci, come alimentate i vostri cani, e copriteci, come coprite i vostri cavalli: attraverso di noi farete ciò a Cristo, che prende su di sé tutto ciò che viene fatto a noi. Vergognatevi di fronte a Lui". Niente da fare, è un dialogo tra sordi, perché i ricchi, che non sono disposti a cedere nulla, alle giuste richieste di chi è sottopagato, così rispondono: "Noi ci teniamo l'oro e ci affidiamo a lui, più prezioso delle nostre stesse anime, e consideriamo le cose di gran lunga più desiderabili il suo possesso e la sua custodia: per esso faremmo qualsiasi cosa".