Detective Conan. Vol. 14

Da piccola amavo guardare il cartone animato, che mi ha fatto scoprire l'amore per il genere poliziesco. Leggere il manga ha fatto rinascere questa passione per la serie e il genere.

Eri, l'ex-moglie di Kogoro gli procura una cliente che gli chiede d'indagare sul suicidio di suo marito, il noto prestigiatore Motoyasu Tsukomo. Alla fine, il colpevole confesserà, Ran però ricomincia a nutrire qualche sospetto sulla vera identità di Conan che stavolta viene fugato dal provvisorio intervento di sua madre Yukiko, tornata in Giappone per aiutare una sua amica d'infanzia a comprendere se lo zio appena tornato dal Brasile, sia davvero chi afferma di essere o un impostore a caccia dell'eredità del padre dell'amica, mancato da poco. Quando poi avvengono un omicidio e un'aggressione, Conan si ritrova a prendere in prestito la voce del tenente Yamamura, qui alla sua prima apparizione e destinato a diventare un personaggio ricorrente. Ma stavolta non sarà di Conan la deduzione che risolverà il caso, lungo ma appassionante. Sonoko porta poi Ran e Conan a sciare e s'imbattono in una loro ex-insegnante che invita il trio in una baita, dove si presenta un misterioso giornalista, Sonoko viene aggredita... e l'insegnate che ha organizzato la gita arriva cadavere. Il tutto pare legato a qualcosa avvenuto tre anni fa...

Anche il quattordicesimo volume non delude, come i precedenti. Sempre belli e intriganti, alla ricerca della verità!