L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Partendo dal 'non morto' Theodore Street, Everett ci descrive la peggio America, dalle sette religiose ai misteri dell'Area 51 per finire al mondo dei mass media. Ancora una volta questo autore, cambiando genere e storie, riesce a stupire.
non raggiunge le vette di Ferito, ma è sicuramente un'altissima prova di uno scrittore sempre originale e che riesce a toccare temi delicati con toni diversissimi.
Ecco un romanzo davvero innovativo nella scrittura, originale, dissacrante, ironico, graffiante, incisivo. Non potrebbe essere diversamente quando il protagonista è un morto, uno che non ha alcuna funzione vitale e che a dispetto di fede e ragione sta in piedi, parla e si trova invischiato in una storia talmente incredibile da annientare chiunque e spingere a inquietanti osservazioni. Lui è Theodore Street, docente universitario, in crisi. Deciso al suicidio per chiudere una vita di fallimenti. Peccato che qualcosa vada storto. Theodore muore ma non suicida, bensì decapitato in un incidente stradale. Sarebbe la fine di tutto e invece la morte si trasforma in un nuovo inizio. Perchè nel mezzo del funerale dopo le struggenti e impietose false parole di amici e colleghi Thoedore si sveglia e si rialza dalla bara mandando nel panico i presenti. Certo i punti dati alla meglio per riattacargli la testa prudono un pò ma quello è l'ultimo dei suoi problemi. Come spiegare un morto che morto non è? Come rassicurare i propri figli, stringersi alla moglie e dare un senso a se stesso di qualcosa che non può avere spiegazione a meno di essere un novello messia? Angelo o demone? Tutto o niente. Un mostro della natura? Forse, o semplicemente un uomo che non riuscirà a morire fino a quando non sarà in grado di cogliere che la morte può essere un nuovo inizio, forse la sola possibilità per diventare una persona nuova, in grado di riconsiderare la vita precendente sotta una nuova luce, perdonare se stesso e gli altri, darsi una seconda possibilità con la moglie, i figli e la società a cui restituire qualcosa di sè. Così in un susseguirsi di avventure assurde tra fanatici religiosi, scienziati pazzi ed oscuri emissari del governo Theodore avrà l'opportunità di salvare piccoli innocenti e mostrarsi al mondo per quello che avrebbe voluto essere sin dall'inizio: solo un uomo rispettabile. Una diversità estremizzata che 'un morto che non riesce a morire' finisce per far accettare ad un'umanità apatica. L'americano Percival Everet
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Deserto americano, quinto titolo di Percival Everett tradotto in Italia (dopo Cancellazione, 2001; tradotto da Marco Bosonetto, Instar, 2007, cfr. "L'Indice", 2007, n. 6; Glifo, 1999, La cura dell'acqua, 2007, Ferito, 2005, tradotti da Marco Rossari, Nutrimenti, 2007, 2008, 2009; cfr. "L'Indice", 2007, n. 9; 2008, n. 6; 2009, n. 5) fa ridere molto. "Che Theodore Street fosse morto era fuori discussione", così l'incipit, e sul fatto se Theodore Street sia vivo o morto, e se non fosse più morto quand'era vivo di quanto sia vivo ora ch'è morto, e se non sia invece più vita ora che la vita è morta, nel corpo morto di un uomo infine vivo, e dunque capace, finalmente, di morire, parla tutto il romanzo. Interrogandosi sulla morte e sulla vita, Everett dissemina il testo di battute, la morte stessa del protagonista è una battuta: andando a suicidarsi, Ted Street durante un incidente viene decapitato. Seguono rocambolesche vicissitudini, con l'attenzione sempre focalizzata su due fronti: le reazioni degli altri, la reazione di Ted. Fallito anche nel darsi la morte, Ted Street ha l'occasione di essere un uomo migliore, di capire, di farci capire intende Everett quale sia una vita degna di questo nome, di un individuo degno di questo appellativo. Fra la morte labile dell'incipit, la resurrezione e la vera, maschia, morte finale, Everett fa attraversare a Ted, reduce dalla mediocre vita di accademico, il falso mondo dell'informazione, quello pragmatico delle assicurazioni sulla vita, l'esaltata follia delle sette religiose, la paranoia e l'ottusa onnipotenza militari. Via via acquisendo consapevolezza della propria pochezza, l'uscita finale, monito a un'America imbolsita e persa dietro valori illusori, è la morte ad ammantarla di dignità. Dietro il consueto funambolismo tecnico, Everett consegna un testo alfiere di sani valori morali, segna un punto per l'esercito del riscatto. I peccati commessi da Ted, da vivo, erano l'ignavia, e l'adulterio.
Federico Novaro
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore