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Un capolavoro inestimabile, lo paragono per valore alla "RICERCA DEL TEMPO PERDUTO", occorre dire che lo stile di von doder ricorda molto quello di Proust, da leggere senza alcun indugio
Strano destino, quello di Heimito von Doderer. Parecchio tradotto nel passato, ma oggi completamente dimenticato. Ad esempio: quanti lettori avranno affrontato, negli ultimi dieci anni, questo mastodontico romanzo? Pochissimi, ci scommetto. Mi azzardo a dire: quattro o cinque persone al massimo. Ed è un peccato, perché i suoi romanzi, ancorché difficili e complessi, sanno affascinare e conquistare. Come già aveva fatto con il precedente e quasi altrettanto ponderoso “La scalinata” (Einaudi 1960, pp. 682), che parzialmente prende in esame gli stessi personaggi, con “I demoni” Doderer puntò a scrivere il romanzo-totale, quel romanzo che tutto vuole dire e tutto vuole abbracciare. La vicenda è calata nella Vienna degli anni ’26-’27, e l’ambizione è quella di descrivere i “demoni” che affliggono la società. E così abbiamo davanti ai nostri occhi 1201 pagine fitte di personaggi di tutti i ceti sociali che percorrono in lungo e in largo la città absburgica, portatori di storie individuali che si intrecciano nel più complicato dei modi. In mancanza di un centro narrativo privilegiato, e saltate tutte le normali coordinate temporali, al lettore mancano sovente gli appigli più semplici; non di rado ci si trova a brancolare nel buio più assoluto, avendo perduto i riferimenti della vicenda. Ma alla fine il libro conserva una sua unità, una sua struttura, direi una sua piacevolezza. Certo, i presupposti ideologici del romanzo sono vaghi e fumosi e non perfettamente riusciti: il romanzo fu inziato negli anni '30, quando lo scrittore si era pericolossisimamente avvicinato alle idee naziste (poi fortunatamente del tutto abiurate), quindi fu lasciato a decantare per un ventennio prima di essere ripreso in mano e concluso. La cosa migliore è insomma il semplice, lutulento fluire della narrazione (soprattutto nelle parti II e III). Da leggere, come detto, dopo "La scalinata", che se si ha fortuna è possibile reperire in qualche libreria antiquaria.
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