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Il demone della paura
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Il demone della paura - Zygmunt Bauman - copertina
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demone della paura
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Il demone della paura

Descrizione


La paura è il demone più sinistro tra quelli che si annidano nelle società aperte del nostro tempo. Incerti, fragili, insicuri, ci sembra di non controllare più nulla, da soli, in tanti o collettivamente. A rendere la situazione peggiore, concorre l'assenza di quegli strumenti che consentirebbero alla politica di ricongiungersi al potere, permettendoci di riacquistare il controllo sulle forze che determinano la nostra condizione comune, fissando la gamma delle nostre possibilità e i limiti della nostra libertà di scelta. Un controllo che ora ci è sfuggito o ci è stato strappato dalle mani. Il demone della paura non sarà esorcizzato finché non avremo trovato (o più precisamente costruito) tali strumenti.
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Dettagli

2014
3 aprile 2014
136 p., ill. , Brossura
9788858111956

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Cinzia Cavallo
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Z. Bauman, grande esegeta delle mutazioni sociali, riconosce nel demone della paura il più potente alleato del potere identificato ora nel neoliberismo. L'apertura di una società, se prima era stimolata dalla capacità di essere artefice del proprio destino, con la globalizzazione negativa diventa ineluttabile fatalità. Così popolazioni atterrite dalla propria incapacità di difesa, ossessionate dal bisogno di sicurezza vagano, costruendo barriere che le isolano in gabbie serrate. L'individualismo diffuso ha reso fragili i legami umani, svilito la solidarietà e questo ha consegnato al sistema globale i mezzi di cui le società avrebbero avuto bisogno per contrastare i diversi aspetti della paura. Quel veleno, prosegue Bauman, penetrò nelle società moderne attraverso la deregulation dei mercati e aprì la strada all'ingiustizia, annullando i baluardi difensivi di una società civile. Alleata del neoliberismo la paura fu capitalizzata anche nella lotta contro la violenza terrorista. Il terrorismo, teso a minare le democrazie e il rispetto dei diritti umani, fece il gioco di chi lo combatteva e gli permise di attestarsi come baluardo di valori, mentre in modo latente i difensori della civiltà spostavano le fondamenta dell'autorità lontano da assetti democratici. Una paura indistinta costringe all'autodifesa e fa percepire il progresso come foriero di crisi e di affanni continui. Così la preoccupazione cardine per i cittadini diventa il tentativo di ridurre la gamma dei rischi cui siano esposti in un tempo d'insicurezza diffusa. Uscire dall'incertezza paralizzante per Bauman è possibile, purché si ripercorra a ritroso il cammino che portò in passato ad acquisire i diritti personali, sociali e politici e che trasformò i sudditi di sovrani bizzosi in cittadini padroni del loro destino. In un mondo globalizzato fondato su disuguaglianze funzionali, la lotta per ristabilire regole certe deve essere globale come la coscienza di arrivare insieme alla salvezza.

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Zygmunt Bauman

1925, Poznan

Fuggito dalla Polonia in seguito all'invasione nazista, Zygmunt Bauman (Poznan 1925 - Leeds, Regno Unito 2017) dopo la guerra ritorna in patria e si laurea in sociologia a Varsavia. La sua dissertazione sul socialismo britannico, che per prima gli diede notorietà, nacque dalla sua permanenza alla London School of Economics. Ottimo conoscitore di Gramsci e di Simmel, dapprima marxista ortodosso, gli venne tolta la cattedra all'università in tempo di epurazioni, cioè nel 1968. Insegnò per un certo periodo all'università di Tel Aviv e poi a quella di Leeds.È il creatore del concetto di società "liquida": l'incertezza dei tempi moderni trasforma i cittadini in consumatori, smantellando ogni certezza conduce a una vita liquida...

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