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Dell'io come principio della filosofia - Friedrich W. Schelling - copertina
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Dell'io come principio della filosofia - Friedrich W. Schelling - copertina

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2
1997
1 luglio 2002
182 p.
9788885414242

Voce della critica


scheda di Guglielminetti, E., L'Indice 1992, n. 5
(scheda pubblicata per l'edizione del 1991)

Il saggio del 1795, licenziato da Schelling appena ventenne, esce per la prima volta in traduzione italiana e corredato da alcune "Considerazioni sull'incondizionato in Kant e in Schelling" a cura di A.Moscati. Nonostante il titolo prometta un incondizionato finito, a misura dell'umano sapere, l'Io diviene, in questo saggio di Schelling, la vera Sostanza, il principio metafisico che comprende tutto in se stesso. Nulla esiste, se non l'Io e ciò che nell'Io è identico all'Io. L'Io riempie e disegna una sfera infinita, in cui sono incluse sfere finite (i soggetti empirici) limitate da una linea casuale, sempre in procinto di essere infranta e pur infrangibile e resistente. Queste sfere innumerevoli non sono parti, quanto piuttosto partizioni dell'Io, rispetto alle quali l'Io è del tutto indipendente. La loro moltiplicazione a piacere non immetterà mai una molteplicità nell'Io, il loro cambiamento continuo non immetterà mai un cambiamento nell'Io. Ché l'Io è piuttosto esso stesso principio statico d'identità: solo ciò che non ha nulla fuori di sé può sottrarsi al flusso del tempo. L'ansia della caducità, il timore del cambiamento, l'anelito di definitività attraversano l'opera intera. Il finito attinge consistenza, stabilità, persistenza solo tramite l'Io; la sua sostanzialità è solo presa a prestito e trasferita. Porsi fuori del tempo diviene, per esso, il vero imperativo morale.

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Friedrich W. Schelling

1775, Leonberg, Württemberg

Filosofo tedesco, secondo dei tre grandi esponenti dell’idealismo tedesco, successore di Fichte e predecessore di Hegel. Pubblicò una serie di scritti che fondono l’idealismo trascendentale con la filosofia della natura (Idee per una filosofia della natura, 1797; Sull’anima del mondo, 1798; Sistema dell’idealismo trascendentale, 1800).All’interno del suo sistema filosofico, che definisce l’assoluto come identità originaria e indifferenziata di tutte le opposizioni (finito e infinito, materia e spirito, reale e ideale), l’arte in quanto attività conscia e inconscia, sintetizzante libertà e necessità, è l’unico, vero «organo» della filosofia e può pervenire all’assoluto.Fondò...

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