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Non piu' tardi di un decennio fa , o poco piu' , gli scrittori usavano quale loro strumento di lavoro , la macchina da scrivere. Magari portatile : come Mondanelli. E , a margine del foglio , vista la difficolta' di correggere lo scritto senza far uso di stucchi di scolorina , le note abbondavano e vi si affollavano d' attorno. E questo , era un enorme materiale di lavoro per i critici e gli studiosi dell' autore poiche' tutto veniva usato per l' interpretazione dell' opera , anche i disegnini. Si pensi alla frase di Svevo : " ultima sigaretta " o " u.s.". Per intenderci. E, specie cio' che all' Opera, di fatto , era estraneo. Oggi , si scrive al computer , si corregge con un tasto , comodamente , si cancella senza lasciare alcuna traccia e tutto diventa pulito , ordinato , ben confezionato. L' editore , riceve ad un certo punto , un file , un cd e tutto e' fatto. Note scritte a mano zero. Correzioni zero. Errori zero. Lavoro asettico. Chirurgico. Ora, qui Capote , scrive lettere , all' editore , all' amica , all' amante - uomo , ai collaboratori agli informatori. Al mondo. E , sottolinea le parole che ritiene vadano sottolineate , apostrofa parole per dare loro tono di monito. In buona sostanza nel testo , c'e' dell' altro testo non detto , ma , visibile a chiunque voglia studiare una personalita' letteraria ed umana del suo calibro. Se, poniamo , il computer fosse stato gia' in uso dalla sua prima lettera del ' 49 , avremmo avuto una serie di e- mail , magari segrete , personalissime. Bellissime nella stessa misura di oscure ed estranee al nostro occhio indiscreto ed alla nostra curiosita' di lettori. E , allora mi chiedo ? Capote sarebbe stato meno Capote ? Sicuramente no! Ma certo , molto , forse troppo , sarebbe stato irrimediabilmente perduto. Ora vi chiedo , oggi giorno di pasquetta , quanti ne conoscete che , invece di andare a fare una bella gita fuori porta , scrivono di critica letteraria ? Pochissimi. E , questo , alla pari della scrittura usata in luogo dell' informatica fa la differenza.
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