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Anno edizione: 2012
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scheda di Griffo, M. L'Indice del 2000, n. 12
L'autore di questo volume è un impenitente recidivo. La quarta di copertina ci avverte, infatti, che i suoi precedenti libri sono La DC al bivio (Laterza, 1992) e C'era una volta la DC (il Mulino, 1994). Non pago di questi contributi, che in tanti potevamo considerare esaustivi, e mostrando un interesse monomaniaco per il suo oggetto di studio, torna di nuovo sull'argomento con un'operetta di sintesi. E, va detto subito, tale sintesi appare riuscita.Il libro infatti è scritto in perfetto stile democristiano: felpato, gommoso, mellifluo. Uno stile che ricorda il migliore Mariano Rumor o il più brillante Vittorino Colombo. Follini, infatti, non nasconde le magagne di casa propria, ma descrive con ammirevole impassibilità i difetti del partito democristiano dando prova di un candore che rasenta l'improntitudine. La tesi di fondo è riassumibile in poche parole. La Dc sarebbe stata una sorta di partito-nazione capace di aderire strettamente alla fibra più intima della società italiana. I suoi difetti insomma non dipenderebbero dalle insufficienze culturali e politiche della classe dirigente, ma sarebbero solo uno specchio dell'Italia. Il libro, però, non si perita di descrivere questo rapporto tra partito e paese, dandolo per scontato. In altri termini l'autore sopravvaluta il radicamento sociale del partito. Un radicamento che forse, grazie all'appoggio della chiesa, c'è stato in una prima fase, ma che poi è venuto evaporando, lasciando solo il consenso derivato dal controllo, quasi totale, dell'apparato dello Stato. Così Follini ci dà una storia tutta interna della Dc senza interrogarsi sulle ragioni sistemiche della sua esistenza. Tant'è vero che non viene approfondito il vero motivo del prolungato dominio democristiano: la guerra fredda. La Dc come partito del meno peggio, votato controvoglia da tanti italiani che non volevano votare i comunisti. Infine Follini non affronta il vero legato negativo della Dc: la pratica del condominio doroteo, una costituzione materiale consensuale che è la palla al piede dell'Italia.
Maurizio Griffo
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