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Dal Sessantotto al crollo del muro. I movimenti di protesta in Europa a cavallo tra i due blocchi - copertina
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Dal Sessantotto al crollo del muro. I movimenti di protesta in Europa a cavallo tra i due blocchi
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Descrizione


Gli anni Sessanta-Ottanta del Novecento sono stati decenni di protesta e di rielaborazione delle culture politiche e sociali in Italia e, più in generale, in Europa. Il vecchio continente, diviso dalla Guerra Fredda, si trovò ad essere unito nella contestazione di forme politiche ritenute obsolete ed oppressive: dalla politica estera al ruolo della famiglia, dall'educazione alla permanenza al potere di una classe dirigente tradizionalista, molti furono gli obiettivi della protesta e non poche furono le sue conseguenze nel plasmare la società. Non solo il Sessantotto dunque, ma un intreccio più complesso di movimenti che percorsero e scossero la società europea e che si svilupparono nel corso di almeno tre decenni. Dieci saggi basati su documentazione d'archivio e due riflessioni di largo respiro che aprono un percorso di ricerca ancora poco battuto, quello della contestazione nell'Italia e nell'Europa della Guerra Fredda, sottolineando insospettabili punti di contatto ed imprevedibili diversità.
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Dettagli

21 marzo 2016
248 p., Brossura
9788820467951

Voce della critica

  Senza tenere conto del contesto internazionale, e dei nessi tra nazioni e blocchi geopolitici, non si possono spiegare del Sessantotto né la genesi né la duratura influenza sui movimenti di protesta nell'Europa divisa dalla guerra fredda. Nemmeno le spinte alla sua riunificazione. Il volume, frutto di un gruppo di ricerca che coinvolge professori e giovani studiosi, parte da una tale consapevolezza. Alcuni saggi ivi contenuti aggiungono poco alla storiografia esistente. Dalla parte dedicata al caso italiano, e dunque all'analisi sia dei nuovi movimenti sia dei partiti tradizionali, a sinistra come a destra, di fronte al Sessantotto e alle sue conseguenze, si ricava un dato. Le culture politiche tradizionali furono sommerse e sostituite da un'autentica confusione ideologica che della dimensione internazionale dei problemi colse solo l'occasione per abbandonare l'impegno ad una seria ed operosa azione riformatrice all'interno del paese, senza per questo irrobustire la politica estera italiana o anche semplicemente una cultura diffusa delle relazioni internazionali e della loro importanza. Dalla parte dedicata ai movimenti di protesta a cavallo tra i due blocchi, quello tedesco, polacco e cecoslovacco, si ricavano invece dati originali per la nostra storiografia. Emerge come a Berlino, Praga e Varsavia si formarono e consolidarono movimenti che contestavano apertamente il comunismo sovietico per proporre alternative alla semplice adesione al modello atlantista e capitalista. Soprattutto il pacifismo mitteleuropeo si contraddistinse per la rivendicazione di una società dei diritti civili e politici, individuali e di genere, che per certi aspetti si sarebbe affermata nell'intero continente nei venticinque anni successivi al 1989. Danilo Breschi

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