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Gli studi storici in questi ultimi anni si sono ripetutamente concentrati sulla transizione italiana che dalla Liberazione agli anni successivi registrò la reintegrazione di quanti erano stati espulsi dalla comunità nazionale. Tra questi gli ebrei sfuggiti dalla deportazione o nei rari casi in cui capitò sopravvissuti. Il quadriennio compreso tra il 1945 e il 1948 è cruciale per la successione degli eventi: crollo del regime nazista di occupazione nascita della Repubblica defascistizzazione del paese ritorno alle occupazioni di una vita non più condizionata dalle persecuzioni. Ma è anche l'arco di tempo in cui il Mediterraneo conosce cambiamenti destinati a pesare per tutta la seconda metà del secolo a partire dalla fondazione dello Stato d'Israele. L'Italia occupa una significativa posizione geopolitica: il nostro paese deve infatti avviare un confronto con il proprio recente passato ma è anche il luogo di transito prescelto verso la costituenda comunità politica sionista. Soprattutto per i sopravvissuti allo sterminio i quali provenendo dall'Europa dell'Est cercano una nuova sistemazione in luoghi meno ostili. Villa studioso da tempo impegnato nella riflessione su questi temi consegna ai lettori un ricco volume sui diversi aspetti di queste vicende. La qualità più significativa del suo lavoro è l'impegno nel mettere in relazione la complessità degli eventi con la varietà delle fonti. Ai documenti d'archivio si alternano le testimonianze personali e i resoconti individuali. Si offre così un'ampia raffigurazione articolata in vicende collettive ed esperienze soggettive dei mutamenti che il dopoguerra comportò per gli scampati alla tragedia dei fascismi tra le miserie del passato le difficoltà del presente e la speranza in un futuro migliore.
Claudio Vercelli
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