Da Kinshasa a Las Vegas via Wimbledon. Forse ho visto troppo sport

Sono cresciuto con le telecronache del mitico quartetto Tommasi-Clerici-Scanagatta-Lombardi. Ho sempre pensato che Rino Tommasi fosse tra tutti il più "completo", con un eccellente background tecnico e una memoria storica impressionante. Non so relativamente alla boxe, che ha occupato un posto rilevante nella sua vita, ma Rino è stato sicuramente quello che ha contributo maggiormente alla crescita televisiva del tennis in Italia. Ricordo a fine anni ottanta/inizio anni novanta, le trasmissioni su Koper Capodistria, in cui mostrava, commentandoli, spezzoni di partite di tennis degli anni '50 e '60. Il libro è la storia, anche se con una sequenza "temporale" degli eventi non propriamente chiara, della sua vita "sportiva".

Tommasi è un eccellente giornalista e telecronista, ha assistito a una marea di eventi sportivi e li ricorda con precisione, ma avrebbe avuto bisogno di un editor (o di uno più bravo, se lo ha avuto). La sostanza del libro è ottima, ma la forma e l'editing lasciano alquanto a desiderare. Il mio voto è la media matematica tra la sostanza (5), e il resto (1 meno meno).

Eh no, caro Rino, non ci siamo proprio. Il libro, ed è di tutta evidenza, è stato scritto in più riprese ed assemblato ancora dopo. Questo determina un totale scolalmento nel passare da un capitolo all'altro del libro, cosa da evitarsi se si vuole scrivere un'autobiografia, avvalendosi dei ricordi di numerosi crocevia "storici" che fortunatamente per Lei, ha avuto la ventura di vivere da testimone oculare. In molti casi gli episodi narrati sono ripetuti in più punti, in altri ci sono rimandi che non hanno senso. E poi, mi scusi la franchezza, specie nei capitoli iniziali c'è una certa trasandatezza nella costruzione delle frasi. Cosa che, onestamente!, non ho mai riscontrato nei suoi numerosi scritti. Mi dispiace dare un giudizio negativo, soprattutto perchè sono cresciuto, nella cultura sportiva, avendo Lei come mio punto di riferimento.