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Un libro bello da leggere, un testo che può aiutare sia a scrivere meglio sia a "far scrivere" meglio altri, se questo fa parte del proprio mestiere. Splendide le considerazioni sulla solitudine dello scrittore!
Come dice la scheda di IBS, il libro è diviso in tre parti. Nella prima lo scrittore racconta del padre, e della sua passione per la scrittura che lo ha portato a scrivere instancabilmente per tutta la sua vita storie e romanzi per i quali non avrebbe mai trovato un editore. E questa parte dello smilzo libricino, è indubbiamente un grande omaggio a Kureishi padre, sia alla sua determinazione di scrivere anche in assenza un suo pubblico, sia all'indiretto insegnamento che egli ha riversato nel figlio, inducendolo a dedicarsi precocemente, a tempo pieno, questa volta, alle scritture. Nella seconda parte, proprio prendendo le mosse dai ricordi delle scritture del padre, così fortemente radicati in lui, cerca di sviluppare alcune riflessioni sulla pratica della scrittura e sul rapporto tra vita vissuta e vita scritta, per cercare di rispondere al quesito contenuto nel titolo "da dove vengono le storie?" Nella terza ed ultima parte, infine, Kureishi illustra i motivi intimi che lo hanno spinto a scrivere, la sua concezione della scrittura come di un importante compito nella vita. In questa terza parte, Kureishi si sofferma molto, da un lato, sul suo rapporto con il padre, che vede il suo successo con ambivalenza, considerandolo al tempo stesso il compimento di ciò che egli ha cominciato a fare; dall'altro, indugia a riflettere sulla sua esperienza di scrittura del romanzo che, più degli altri gli ha dato la notorietà, il Buddha delle periferie, tanto che per capire meglio queste sue considerazioni ci si sentirebbe spinti a leggere il romanzo in questione. Quest’ultima parte, fa sentire il piccolo saggio in qualche misura monco, lo si vedrebbe collocato molto meglio come post-fazione al Buddha delle periferie. Ciò è espressione, a mio modo di vedere, delle scelte spesso strane e discutibili degli editori, piuttosto che della volontà degli autori. Comunque, i brevi paragrafi che illustrano il rapporto tra autobiografismo e scrittura sono davvero illuminanti (Maurizio Crispi).
straordinario per la semplicità e immediatezza di scrittura; straordinario per l'onestà emotiva e intellettuale."da dove vengono le storie"?dalla vita-che è molto più (bella e complessa)della realtà.
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