Il custode delle anime

Uno scrittoio, eredità di un lontano parente, riporta a Torino Richard Setti, un criminologo italo-americano che collabora con l'FBI. Ben presto egli viene coinvolto da un vecchio amico ispettore nelle indagini su serie di delitti ispirati alla Passione di Cristo. Una lettera-testamento, custodita dal vecchio mobile, gli farà incontrare Gustavo Rol, famoso medium torinese, che però pare non voglia o non possa aiutarlo. L'assassino intanto sembra inarrestabile. Gli investigatori si ritroveranno invischiati in una storia che supera la realtà. La trama del romanzo presenta così tanti errori, omissioni, poca cura per i dettagli, da rendere il tutto un immenso pasticcio fatto di parole unite a caso. I plot-holes sono veramente troppi e riguardano praticamente ogni aspetto, sia quelli più marginali che quelli fondamentali. Lo stile è pessimo. Alcuni dialoghi sono raffazzonati e meccanici. La narrazione è totalmente priva di pathos. I personaggi sono incoerenti e ottusi, le atmosfere raramente sono ben delineate, rendendo quindi le situazioni false. Non è per nulla trascinante o coinvolgente, ma solo tedioso e pomposo, tanto che mi sono trovata davanti frasi come: "Un buon vino d'annata colorava l'atmosfera già ricca di intese romantiche". Il tutto sembra, alla file, un maldestro tentativo di captatio benevolentiae dei seguaci di Rol. Una domanda, però mi strugge: Zero91 non ha editors?

Un thriller classico che ho molto apprezzato. Consigliato vivamente per chi ama il genere e anche per il lettori che apprezzano quel pizzico di sovrannaturale che non guasta mai.