Cronaca di una separazione

Si legge tutto d'un fiato, e io ho dovuto fermarmi spesso per non perdere la bellezza della scrittura, il gusto ricercato della frase, gli odori e sapori che si avvertono leggendo con il giusto ritmo, ma alla fine sono arrivato all'ultima pagina un po' dispiaciuto, per aver così presto concluso questo bel viaggio. Potrebbe anche essere un libro di viaggi, seppure molto particolari perchè compiuti all'interno del proprio sé. Viaggi difficili perché lasciano ferite con evidenti cicatrici, ma sono i viaggi più belli e non sono mai low cost. La storia mi ha molto interessato perché oltre ai risvolti psicologici e quindi relativi all'avventura della protagonista, mi sembra emblematica di una generazione: la nostra. La difficoltà di decidere di avere un figlio va oltre l'esperienza dei singoli, è diventata fenomeno sociale e tante sono le storie nelle quali mi sono imbattuto. Cos'è? Paura del futuro, insicurezza, narcisismo che ci contagia e ci avvolge, o altro ancora... Certo che le analisi si continuano a fare, ma dalle singole storie e con l'aiuto di tutti, - e la letteratura può contribuire molto a svelare i segreti dell'anima, - speriamo alla fine di capire perché la nostra generazione ha deciso di essere l'ultima. Forse abbiamo sconfitto tanti fantasmi che hanno angosciato le generazioni precedenti, ma ci rimane una profonda insoddisfazione quando non riusciamo a realizzare le nostre mete, che tra l'altro diventano sempre più ambiziose, lontane e irraggiungibili. Ecco, trovo nel tuo libro la tensione che scaturisce da questi conflitti, tutti i problemi generazionali, ma vedo infine che Elisa riesce a riscoprire in se stessa le energie sufficienti a navigare e a tenere diritto il timone per governare al meglio la sua piccola e preziosa nave. Complimenti ancora per il tuo lavoro. Christian Giambarresi