Il cristiano e l'angoscia. Nuova ediz.

Esiste un'angoscia legata alla morte (Cristo è risorto), un'altra che discende dal peccato e un'altra dal timore del Giudizio Universale. Anche Gesù, fatto uomo, prova, come tutti gli altri uomini, una terribile angoscia sul Monte degli Ulivi, ma soprattutto quando sulla Croce si sente abbandonato dal Padre: "Dio non poteva farsi uomo in altra maniera che conoscendo e prendendo su di sé l'angoscia umana...per ogni peccatore e ogni peccato". Scrive l'autore: "La Croce ha vinto completamente e definitivamente l'angoscia umana". L'angoscia è stata tolta all'uomo e al suo posto gli è stato donato l'amore fiducioso. Giovanni dice: "Se il nostro cuore ci accusa, Dio tuttavia è più grande del nostro cuore, ed egli sa tutto". Alcune critiche: per l'autore la filosofia deve essere ancillare rispetto alla teologia, condanna la filosofia esistenzialista e la psicanalisi: "Se il cristiano è nevrotico ed esistenzialista, allora vuol dire che manca di verità cristiana, che la sua fede è malata e debole. Giacché questa angoscia è stata da Cristo proibita". Eppure, Papa Francesco ha dichiarato nel settembre 2017: "La psicanalisi mi ha aiutato. All'età di 42 anni per sei mesi ogni settimana ho incontrato una psicanalista ebrea". Testo di non facile lettura, per la mia misura.