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I saggi qui raccolti, frutto del lavoro di un gruppo di ricerca dell'Università di Pisa, indagano da molteplici punti di vista la costituzione di alcune strutture concettuali fra Cinquecento e Settecento, individuando le tracce che dal pensiero del Rinascimento conducono - a volte in modo diretto, più spesso dopo torsioni e ripensamenti - all'età moderna.
«Il rinnovamento del pensiero filosofico, religioso e politico viene ripercorso attraverso l'individuazione delle costellazioni lessicali coinvolte»
La costituzione del mondo moderno ha posto da sempre alla storiografia una domanda cruciale: fra Cinquecento e Settecento si è consumata una rottura o ha preso forma una ridefinizione concettuale in sostanziale continuità rispetto all’età umanisticorinascimentale? Si è trattato di una discussione che ha riguardato non solo i filosofi, ma anche gli storici della cultura e delle diverse discipline. Nei lavori raccolti in questo volume si vuole far emergere una parte della fitta trama di letture che sottende la formazione di alcuni dei concetti più caratterizzanti della nuova età applicando il metodo costellatorio. Dall’intreccio di materiali diversi – redazioni multiple, epistolari, abbozzi – vengono individuate le costellazioni concettuali e le reti che hanno unito in modo dinamico fonti, autori, lettori, trasformazioni lessicali. In questo quadro, i testi vengono considerati come laboratori che agiscono simultaneamente in una duplice direzione: sincronicamente, sull’innovazione del lessico in senso stretto; diacronicamente, sulla circolazione di opere, nel doppio versante delle fonti da un lato, della loro complessiva fortuna critica dall’altro. Ciò consente di far affiorare con maggiore chiarezza la pluralità e articolazione delle vie della prima età moderna.
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