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Le cose che bruciano - Michele Serra - copertina
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cose che bruciano

Descrizione


Con il suo irresistibile personaggio, polemico, attaccabrighe, arrogante, eppure alla continua ricerca di una possibile riconciliazione, Michele Serra dà forma allo spirito dei tempi, carichi di rabbia e contraddizioni.

“Abbiamo troppe cose, io e Maria. E in generale, checché se ne dica, abbiamo troppe cose tutti quanti.”

Furibondo per la bocciatura di un suo brillante progetto di legge, Attilio abbandona la carriera politica e si ritira in montagna, tra boschi e trattori. Condivide le sue giornate con la piccola comunità agreste che lo circonda: la vita all’aperto è la sua guarigione. Ma i ricordi incombono. Hanno la forma immateriale dei rapporti personali irrisolti, delle parole sprecate in televisione, delle occasioni perdute quando viveva in società. E hanno l’ingombro fisico degli oggetti che il passato ha accumulato attorno a lui. Casse e casse di libri, lettere, fotografie, documenti, mobili tarlati, cianfrusaglie. Il canapè di zia Vanda, liso e minaccioso, è il condottiero indiscusso di quello che Attilio considera un esercito invasore. Vorrebbe liberarsi di quelle cataste e comincia a progettare roghi, per ridurre in cenere il lascito minaccioso delle vite altrui. Sogna leggerezza, un cammino più spedito, più libero, sollevato dal ricatto della memoria. Fatalmente, brucerà quello che non avrebbe dovuto bruciare, in un finale di partita segnato dal classico colpo di scena e dominato dalla presenza delle donne: una moglie sempre in viaggio, la sorella femme fatale, la vicina di casa bulgara. Attraverso l’eroe attaccabrighe e insofferente del romanzo, Michele Serra guarda allo spirito dei tempi facendone emergere la rabbia, l’inconcludenza, la comica mediocrità. Ma anche le piccole illuminazioni che salvano la vita.
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Dettagli

2019
4 aprile 2019
171 p., Brossura
9788807032394

Valutazioni e recensioni

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simona proietti
Recensioni: 4/5

Ci vuole coraggio ad abbandonare tutto, uscire da un passato chiassoso ed inconcludente, accompagnati da oggetti ereditati da parenti morti, ingombranti e brutti. Molti sentimenti, sempre bene descritti e spunti che potevano essere ulteriormente alimentati, ma alla fine Serra resta asciutto, essenziale, è stata una buona scelta.

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Ledy
Recensioni: 3/5

La prima parte non mi ha particolarmente entusiasmato perché parte come la classica storia di chi stanco dalle propria vita lascia tutto e si trasferisce in un paesino isolato riscoprendo la bellezza della natura e delle piccole cose. Mi è sembrata un po' scontata e utopica come trama ma poi lo scrittore è stato capace di coinvolgermi nella lettura inserendo spunti per riflessioni sull'attaccamento alle cose materiali ed anche dei colpi di scena inaspettati che ti tengono attaccata alle pagine. In conclusione , complimenti all'autore che da una storia banale ha saputo costruirci ottimi spunti incuriosendo e divertendo, non mancano ironia e sarcasmo, il lettore.

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Cleme
Recensioni: 4/5

Con la solita maestria ed arguzia, Serra narra la singolare vicenda di un uomo moderno che intende tornare alla vita di campagna. Sono magistralmente descritte le paranoie e l’ansia tipiche dei nostri giorni. In una società angosciata dal “troppo” di tutto, si sente il bisogno di eliminare il superfluo, per vivere nel rispetto dei valori umani.

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Voce della critica

Quanti di noi non sono succubi del proprio passato? Chi non si è mai voltato a guardarsi indietro? Il tempo è ciò che ci governa e scandisce le nostre giornate, ormai diventate irrefrenabili, spesso asettiche e prive di vere emozioni. Sono pochi i giorni in cui possiamo dire di aver veramente vissuto la nostra vita, troppo presi ormai dal girotondo convulso della superficialità. Ecco allora che la sola azione di svegliarsi al mattino diventa un’incredibile monotonia e non l’occasione per fare qualcosa di unico. I fantasmi del passato fanno così paura in una società che è ormai trituratrice di se stessa? E’ ciò che si domanda Michele Serra con questo libro. ‘Le cose che bruciano’ è un titolo potente che fa pensare ad imponenti roghi e distruzioni e in qualche modo ci azzecca ma non nel senso che probabilmente pensate. Si parla di un’anima bruciata e consumata da rimorsi e rimpianti. Attilio Campi è il protagonista, un uomo politico che ripone grandi aspettative nella sua proposta di legge di ripristinare la divisa nelle scuole di ogni ordine e grado salvo però rivelarsi un fiasco. La depressione lo corrode fino alla drastica decisione: mollare tutto quanto e trasferirsi a Roccapane per diventare coltivatore di zafferano. Incontrerà uomini e donne disposti ad accoglierlo per aiutarlo a ricominciare, per redimersi soffocando rabbia e angosce. Una storia che si srotola lungo i mesi che vanno dalla fine della primavera ai primi fiocchi di neve dell’inverno. Pochi personaggi con un carisma particolare e una personalità burbera tipica degli abitanti delle piccole città provinciali.

Come si può cancellare il passato ma soprattutto, è possibile? Attilio è l’emblema dell’uomo distrutto in cerca di una flebile speranza. Dipendente da una vita che non sentiva più sua ma nella quale tentava solo di sopravvivere raschiando il fondo del barile. A Roccapane ha moltissimo tempo per pensare e forse riesce a venire a capo del suo problema: il fuoco. Decidere di bruciare tutto ciò che ci tiene incollati al passato. La distruzione del canapè di zia Vanda, delle lettere della madre scomparsa, delle vecchie foto dei genitori e un’intera soffitta di cianfrusaglie diventano l’ossessione di Attilio. Un libro che si legge velocemente, soprattutto nella seconda metà dove le cose capitolano proprio nelle ultime pagine. Un monito per tutti quanti noi: mai dare per scontato ciò che abbiamo, essere sicuri di una certa situazione non ci tiene le spalle coperte ma dobbiamo avere prove tangibili per non rischiare di finire come Attilio. Considero ‘Le cose che bruciano’ un intreccio tra romanzo e saggio. Essendo giornalista, Michele Serra padroneggia molto bene i due generi letterari e si diverte alternandoli nella sua narrazione. Ho notato diverse ripetizioni a voler sottolineare alcune situazioni, scelte precise di un autore conscio di ciò che vuole scrivere ma che ne hanno disturbato la lettura rendendola a tratti noiosa nelle prime 100 pagine. Un’ambientazione descritta in maniera adeguata mi ha dato la sensazione di essere immerso in quella natura, tra quei boschi a sporcarmi le mani insieme ad Attilio, Severino e la Bulgara. Tutti personaggi che ti tengono molta compagnia, ti fanno sorridere e soffrire, riflettere e pensare al senso della vita. Sembra quasi che l’aria e la gente di quei posti siano premonitrici.

Voglio tornare per un momento al titolo del libro, le cose che bruciano o meglio che si tenta di bruciare in realtà è una soltanto: la delusione. Per una vita incompleta, per i fallimenti e per le agghiaccianti scoperte che non vorresti mai fare, arrivati ad una certa età. Capire di essere troppo maturo per rimediare a qualcosa è davvero traumatico. Questo libro ci insegna che ‘ardere’ il proprio passato è una scelta a senso unico e irreversibile. Quando ti accorgi di voler tornare indietro è ormai troppo tardi. A fine lettura sento un vuoto, lo stesso di Attilio ma contemporaneamente mi arricchisco di un’esperienza di vita come l’educazione che ti impartisce un buon padre di famiglia. Scopro l’amore per la terra, quella che, se lavorata, ti spacca la schiena ma amplifica le soddisfazioni. Quella che ti insegna l’umiltà, che ti insegna come stare al mondo.

 

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Conosci l'autore

Michele Serra

1954, Roma

Ha cominciato a scrivere a vent’anni sull’Unità, nella quale era entrato come dimafonista. Prima inviato, poi corsivista e commentatore, dal 1997 scrive sulla Repubblica e dal 2002 anche sull’Espresso. In passato ha collaborato a molte testate, tra le quali Epoca e Panorama.Come autore, ha scritto testi teatrali per Antonio Albanese, Luca De Filippo, Beppe Grillo, Claudio Bisio, Milva, Davide Riondino e Andrea Brambilla. In televisione ha lavorato con Adriano Celentano, Gianni Morandi, Luciana Littizzetto e molti altri artisti. Da quattro anni è co-autore della trasmissione di Fabio Fazio "Che tempo che fa”.Tra i libri pubblicati con Feltrinelli ricordiamo: Il ragazzo mucca (1997), Il nuovo che avanza (1989), Cerimonie (2002),...

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