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La cosa - Georges Perec - copertina
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Descrizione


Questo testo risale al 1967, anno in cui Perec entra a far parte dell'OuLiPo, l'opificio di letteratura potenziale, con Raymond Queneau, Jacques Roubaud e Italo Calvino. La forza di rottura che il free jazz - o new thing - porta nello stallo e nella stagnazione che seguono la morte di Charlie Parker, consente all'autore di chiarire questioni che riguardano soprattutto i problemi della scrittura. Il contributo di Perec - osserva Paolo Fabbri - potrebbe smussare il duro giudizio sull'esoterismo delle avanguardie pronunciato dal grande storico del Novecento Eric J. Hobsbawm, secondo il quale il jazz e il cinema, più del cubismo e delle ricerche musicali dotte, hanno rappresentato le esperienze estetiche più ricche di senso per gli uomini del XX secolo. Nota di lettura di Paolo Fabbri.
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Dettagli

EDB
2018
15 marzo 2018
48 p., Brossura
9788810567807

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Cristiano Cant
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L'arte autentica è quella che si cala nel ventre delle cose e ne sale fissando altri statuti, donando nuovi linguaggi, il vento di verità del proprio gesto, profondo e libero oltre ogni schema dato. Sapeva di aver dentro tutto questo, eppure lo fa germogliare senza sovvertire le regole di prima; non vuole tiranneggiare con leggi proprie, con ordini o dispotismi senza ritorno, perché tutto in realtà non fa che rispondere alla propria naturalezza. E' come un imprevisto che tradisce e rispetta l'antico, lo sorpassa e insieme lo coltiva, e tutto questo forse non è altro che la traccia di cui il genio si serve per affacciarsi - dicendola con Paul Klee "come errore del sistema". Lo conferma Perec dicendo. "Più dura è la legge più l'eccezione è eclatante, più stabile è il modello più s'impone la deviazione". Tutto questo e tanto altro è il free jazz, cardine primo di questo testo (che è un articolo per una rivista), ma di cui l'autore si serve per scivolare anche su altri lidi: la letteratura (Roussel o il Finnegans di Joyce...), la pittura, il teatro. E' straordinario il prima e il dopo nel genio del grande inventore: "All'inizio di qualsiasi pezzo free ogni musicista è sull'orlo dell'abisso, nonha niente dietro di sé eccetto il sistema che rinnega. Ciò che è ancor più grave è che non ha nulla davanti a sé, e che diventa urgente trovare una soluzione, un ponte, un'uscita coi mezzi che egli ha a disposizione. Mezzi che sono l'eredità che egli rifiuta". Magistrale paradosso, ma è lì la bellezza della sfida, la potenza che rovescia un clima, un mondo. Perché nonostante "nessun perché del free jazz può spiegare il suo come" c'è un filo invisibile che lo stesso aggancia due intuiti, uno scroscio di note o di lettere che smentisce ogni regola, e le ridà la vita e la rinnova con voltafaccia di grande amore. Dentro quei ghigni miniati d'inventiva e quei dizionari mescolati ad arte abitava la felicità di questo puro jazzista della parola, il suo tenero e colorato genio.

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Georges Perec

1936, Parigi

Georges Perec è stato uno scrittore francese, membro dell'OuLiPo (officina di letteratura potenziale), le cui opere sono basate sull'utilizzo di limitazioni formali, letterarie o matematiche. Sociologo di formazione, è stato anche documentalista in neurofisiologia presso il Centre National de la Recherche Scientifique (il CNR francese) poi saggista, enigmista, sceneggiatore, regista. È considerato uno degli scrittori più geniali e innovativi del Novecento e la sua opera La vita istruzioni per l'uso è stata salutata da Calvino come un capolavoro.I suoi genitori, ebrei di origine polacca, vengono uccisi durante la seconda guerra mondiale, quando lui è ancora un bambino (il padre muore nel 1940 mentre la madre, tre anni più tardi, viene deportata...

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