Cordate all'infinito

Risulta subito evidente il legame estremo tra l'autore e la montagna, tra la sensibilità dell'uomo ed il misterioso fascino che emana da questi luoghi aspri e bellissimi, luoghi che sanno eccitare risonanze profonde nell'animo di Marco Botti (con Cordate all'infinito è alla sua seconda esperienza letteraria) fino ad indurlo ad una visione della vita, tutto sommato, leggera e pacificata. Da sottolineare la peculiarità data dal verso brevissimo che colpisce il lettore insieme alla levità delle immagini, due particolari che svelano una profonda consonanza con certi poeti crepuscolari. Una poetica soave ed elegante, quella di Marco Botti, che sembra richiamare, in alcuni casi, la grazia soffusa di Marino Moretti. Un esempio? "Stelle alpine / in un cielo / verde prato / aria di larice / e quadri di roccia / appesi al vuoto" e ancora: "... aghi di luce / petali di rosa / sulle nevi della valle". Questi versi tratti dalla lirica "Emozioni" potrebbero essere tradotti, in maniera visiva, quali dolci e aeree pennellate che vanno a comporre un delicato acquerello ricolmo di freschezza e di romanticismo.