Il coraggio vince. Vita e valori di un generale incursore

Atteso, letto avidamente. 'Il mondo al contrario' denotava limiti nella forma e nella punteggiatura, come ammette lo stesso Vannacci (minimizzando): la forma e la punteggiatura, in un'opera letteraria, non sono un optional. Di certo largamente condivisibile, invece, il contenuto: chissà? forse la fretta. 'Il coraggio vince', invece, è vincente su tutti i fronti: stile accurato, contenuti molto apprezzabili e largamente condivisibili. Emerge la storia di un uomo vero, cosciente della irripetibilità della sua persona, chiamata a dare il 'suo' contributo al bene della società e della società organizzata, lo Stato. Sarei curioso di conoscere la sua relazione con il Trascendente: del tutto assente se non per un fugace (e quasi dovuto) passaggio 'per transenna' nella prima metà, tra l'altro con l'iniziale minuscola! Come sempre i critici di professione o di schieramento infieriranno: facciano il loro mestiere: sembra, comunque, che il loro impegno sia decisamente fallimentare. ... e in bocca al lupo per la prossima missione (incursione) a Strasburgo/Bruxelles

Molto interessante, l'esperienza di un militare italiano fiero della sua Nazione, ma allo stesso tempo aperto alle relazioni con tutto il mondo. Un uomo di pace, di giustizia e di coraggio, sia in armi che nelle idee.

Interessante racconto della vita e delle esperienze in tutto il mondo dell’ autore. Indovinata l’ alternanza dei capitoli della narrazione della sua vita con il racconto dell’intervista televisiva, che evidenzia la contrapposizione tra la realtà vissuta e la finzione della televisione in cui conta di più apparire e spettacolarizzare che essere. Manca però un capitolo, il racconto della denuncia per l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito, che lo ha reso “antipatico” e de mansionato da chi detiene il potere.