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Conversazioni con Evelyn Fox Keller una scienziata anomala
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1991
1 novembre 1992
200 p.
9788885861190

Voce della critica


recensione di Riconda, C., L'Indice 1992, n. 4

Evelyn Fox Keller, già nota in Italia per la pubblicazione di "A Feeling for the Organism: the Life and Work of Barbara McClintock" (trad. it. "In sintonia con l'organismo. La vita e le opere di Barbara McClintock", La Salamandra, Milano 1987) e di "Reflections on Gender and Science" (trad. it. "Sul genere e la scienza", Garzanti, Milano 1987), è una delle voci più interessanti per quanto riguarda la critica e lo studio dei legami tra genere e scienza; in questo libro-intervista la sua figura di "scienziata anomala'' viene presentata attraverso le sue stesse parole. Si tratta di un dialogo che, svolgendosi spesso con la vivacità tipica degli scambi di lottate, rappresenta un momento di confronto tra due realtà scientifiche e femminili per molti aspetti diverse, quella italiana e quella americana. Nel primo capitolo la Keller si presenta e si descrive come si vede, una sorta di descrizione dall'interno, facendo emergere così le tematiche al centro dei suoi interessi fortemente influenzate nel loro sviluppo dalle tensioni e dagli stimoli dati dal confronto con l'ambiente della scienza, del femminismo, della psicoanalisi. Il secondo capitolo tratta invece con più precisione i vari avvenimenti della sua vita, la nascita a New York da genitori ebrei russi emigrati negli Stati Uniti prima della rivoluzione, l'infanzia in un ambiente povero di stimoli culturali, l'origine degli interessi per la fisica spostatisi poi sulla biologia molecolare, sulla biologia matematica e infine sull'epistemologia e sulla storia della scienza. Nei restanti tre capitoli vengono discusse e approfondite le tematiche principali del lavoro della Fox Keller. Racconta come sia nata in lei l'idea di un'analisi della conoscenza scientifica a partire dallo studio del binomio "oggettivo-maschile", visto sia dal punto di vista storico che da quello psicologico ed epistemologico, con particolare attenzione al valore e al significato della soggettività. Tema per alcuni versi legato a questa analisi è quello dell'empatia, modo di conoscenza che prevede la fusione con l'oggetto di studio, conservando nello stesso tempo la distanza ovvero la consapevolezza della distinzione tra soggetto e oggetto
La Keller procede nell'esposizione del suo pensiero e delle sue proposte intavolando un'ampia discussione sulle varie correnti del femminismo americano e sulla conflittualità tra di esse. Molto indicativo il fatto che la Keller, partita da un'analisi della scienza che si riduceva a pura critica, ora cerchi di spostarsi su un piano propositivo concentrandosi sulle potenzialità sia creative che distruttive del fare scienza. Nello stesso modo è emblematico il suo continuo tentativo di far comunicare il mondo della scienza "militante" con quello dell'epistemologia e delle scienze sociali, rivolgendosi in particolare a tutti coloro che, uomo o donna, lavorando in campo scientifico siano disposti ad accogliere stimoli alla riflessione provenienti dall'esterno della comunità scientifica per diffonderli poi al suo interno.
Sicuramente nel leggere della vita e delle esperienze di questa scienziata attraverso il suo dialogo con Elisabetta Donini, molte troveranno punti di contatto e di profondo interesse mentre molti potrebbero trovare l'occasione per superare l'immagine stereotipata che normalmente ha lo scienziato militante riguardo alla sua attività e alla comunità di ricercatori di cui fa parte.

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