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Purtroppo come spesso accade nella storia,i crimini dei vincitori vengono dimenticati,e in funzione del fatto che questi poi essendo indicati come "quelli che hanno vinto portandoci la libertà" debbano rimanere immuni da ciò che di negativo hanno fatto;così per le marocchinate,Montecassino,fucilazioni di militari e civili legati al precedente regime senza processo......il libro descrive con attenzione e precisione un argomento che per molti anni è rimasto ai amrgini della nostra storia,una pagina oscura sia del nostro paese,che della guerra alleata.Anche i cd "liberatori"alleati ne fecero,e ne rimasero pesanti ombre di tutto ciò,ma sfortunatamente per molti di questi misfatti i colpevoli non andarono mai alla sbarra,essendo loro dalla aprte dei vincitori,e in qualche maniera "giustificati".
Questo libro l'ho comprato, letto a mezzo e regalato alla biblioteca comunale. Dal mio punto di vista non si può scrivere di Storia in questa maniera. In questo libro non c'è la minima obbiettività nel presentare i fatti (purtroppo realmente accaduti), l'autore si dimentica completamente che il nazifascismo ha scatenato una guerra mondiale e l' Italia in toto e non solo il Sud ne ha pagato le conseguenze. L'esercito angloamericano è presentato quasi come invasore piuttosto che liberatore, macchiatosi di crimini di guerra a ripetizione sia tra i soldati che tra i civili. In realtà dal mio punto di vista la visione dei fatti va ribaltata: il Sud ha avuto la fortuna di essere liberato dai nazifascisti per primo, evitando l'immane sciagura della repubblica di Salò e della guerra civile toccata al Nord, grazie al sangue dei soldati alleati. Tornando al libro, lo sconsiglio vivamente a chiunque voglia farsi un' idea obbiettiva e imparziale dei fatti narrati.
Lettura indispensabile per portare finalmente alla luce i contenuti dei sommessi mormorii che hanno accompagnato la mia infanzia e che non hanno mai trovato riscontro nell'ambito scolastico. Gli edifici distrutti e malamente recintati nei quali si giocava a nascondersi oppure "alla guerra", con lancio di sassi fra innocue bande di fanciulli "figli del dopo guerra" , erano solo un irresistibile "parco giochi". Eravamo inconsciamente sordi alle elucubrazioni di coloro che fra quelle macerie avevano perso parenti, amici, abitazioni e beni. Solo durante l'adolescenza trascorsa nel "68" cominciava a sorgere qualche perplessità ripensando ai commenti di coloro che si lasciavano sfuggire frasi del tipo "i tedeschi non ci hanno mai torto un capello"; "nel mio paese i civili li hanno uccisi tutti gli alleati con le loro bombe"; "una nostra vicina di casa l'hanno presa i marocchini..."; "i tedeschi ci hanno detto di rifugiarci nei paesi fra l'Appennino per sfuggire ai bombardamenti ed alle truppe alleate" ecc. I libri di scuola ed il cinema di allora, di queste verità non hanno mai parlato. Per questo bravo a Luigi Fiore per la ricerca e per il libri che ha scritto. Nonostante questo però non merita il 5 pieno perché nei libri che ha scritto traspare sempre la tipica autocommiserazione meridionale, sempre fastidiosa e decisamente deprimente. Essendo probabilmente lui stesso meridionale, non riesce a percepire il vizio presente nel suo pensiero; purtroppo "il pesce non ha coscienza dell'acqua". Solo nelle ultimissime righe di questo libro ha assunto il distacco sufficiente per riconoscere che il problema di gran parte dei meridionali è la continua necessità di attribuire a qualcun altro la causa delle loro evidentissime colpe. Perché invidiare le ormai poche industrie del nord quando hanno i piedi su tesori naturali e storici che potrebbero fare la loro e la nostra fortuna per i prossimi decenni?
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