Contro la secessione dei ricchi. Autonomie regionali e unità nazionale

Come conciliare i residui fiscali (fanno capo agli individui o ai territori?) con le disposizioni costituzionali relative alla progressività del prelievo fiscale e all’universalità dell’accesso dei cittadini ai servizi pubblici? Il decentramento avvicina governo ai cittadini, favorendo la responsabilizzazione e il controllo. Argomenti contrari: economie di scala, azione redistributiva, esternalità territoriali (effetti fuori dal territorio). Come vengono quindi ripartite le risorse pubbliche? Contano moltissimo gli aspetti tecnici, i LEP sono indicatori calcolati coi FS, che sono le risorse necessarie ad assicurare tali prestazioni di cui alla riforma costituzionale e poi alla legge 42/2009 e fondo perequativo. Vanno ridotte le differenze nella capacità fiscale per le funzioni non fondamentali? E per i fabbisogni infrastrutturali ? Il meccanismo non garantisce il totale finanziamento dei FS e la spesa storica quanto conta? La politica è debole nelle scelte tecniche senza dibattito in Parlamento e senza una informata opinione pubblica. Il PNRR ha ignorato la norma sui LEP: quali sono i diritti effettivamente garantiti e quindi esigibili sull’intero territorio nazionale? E il rapporto col mercato unico europeo? Quali sono i dubbi di costituzionalità nella diversa organizzazione delle attuali politiche pubbliche rivendicanti il residuo fiscale? L’azione redistributiva è fra individui? I dati, indicatori, criteri di elaborazione sono delicatissimi tecnicamente perché possono influenzare profondamente l’esito delle stime e i valori. E la politica che ruolo ha in questo decentramento di poteri amministrativi verso le regioni ed enti locali ex art. 118 Cost.? Per l’A. il terzo comma art. 116 va cancellato, va assolutamente rivisto l’art. 117 Cost. Una buona ricostruzione dei meccanismi e di quel che si profila. Un libro molto di parte, comunque da leggere per chi si occupa di questi temi.