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Un saggio sulla fotografia composto da fotografie scovate nell'archivio della rivista di cronaca nera messicana "Alerta".
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Fontcuberta critica due assunti de "La camera chiara" di Barthes: (1) "nella fotografia io non posso mai negare che la cosa è stata là"; (2) "Il nome del noema della Fotografia sarà quindi: "E' stato". Barthes sostiene che la fotografia ha un legame indissolubile non con la realtà, ma con il Referente. Ne "Il messaggio fotografico", saggio strutturalista del 1961, aveva sostenuto che la fotografia è un messaggio senza codice, la cui denotazione corrisponde all'informazione oggettiva, alla descrizione della realtà, mentre la connotazione dipende dai codici culturali di chi osserva la foto. Ne "La camera chiara" il discorso diventa ancora più soggettivo, collegato alle emozioni del ricevente. E' già evidente che Barthes sta omettendo la posizione dell'emittente ("la morte dell'autore" era in voga), cosa che perfino Fontcuberta in due pagine recupera descrivendo le fotografie di cronaca nera (la "nota roja") della rivista "Alerta", che gli serve per smontare il discorso di Barthes e rilanciare una diversa idea di fotografia. (1) La messa in scena, la costruzione del "reale" che la fotografia riproduce, nega il rapporto con "ciò che è stato là": ciò che il ricevente vede, infatti, è stato là per la foto. La teatralità della foto si oppone al punctum, l'investimento massimamente soggettivo che il ricevente fa, per Barthes, sulla foto, e che un altro autore, Fried, la "garanzia ontologica" della foto. (2) La serie di fotografie di "Alerta", con tanto di indice che indicherebbe la realtà, in realtà non indicano nulla di chiaro: "ça-a-été"... che cosa? Il libro riporta molte foto, alcune con altre senza didascalia. La didascalia è indispensabile per fornire al ricevente l'informazione su ciò che è accaduto. Altrimenti, molte di queste foto non ci comunicano chiaramente alcuna informazione. (3) Photoshop, ossia la costruzione via algoritmo e pixel di un Referente che né è stato là né è stato: il dispositivo che introduce alla Post-fotografia, dove non c'è più alcun noema.
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