Il continente interiore. Cinquantadue stazioni

Troppa nobiltà stroncante, Messer Bessi! (ho letto le tue altre e la coerenza di un uno è davvero esagerata). Intravedo forse spruzzi di autocompiacimento, quasi a voler inconsciamente concorrere con l'Ossola recensito? Meglio invece la rispettosa amorevolezza grata di Quidditas, che tocca nel vivo la semplice lezione di questo libro, un solfeggio di amore e conoscenza per nulla erudito che si offre come lascito e guida a un percorso di autentica grandezza interiore, un viaggio che propone storie e fonti necessarie a una formazione intellettuale che si dica alta, un affresco di saggi impeccabili nel cui seno la felicità di lettura non può non sentire il latte dell'indispensabile.

Libro molto ben scritto, profondo, alto. Raccoglie pezzi già pubblicati su vari giornali e riviste: comunque l'insieme è apprezzabile. Rappresenta anche un utile strumento per scegliere quali letture approfondire, a quali testi riferirsi. Lo consiglio a chi vuole navigare su acque profonde, che impegnano ma arricchiscono. Assolutamente da non perdere

Per la sua padronanza delle toscane eleganze, Carlo Ossola ricorda un po' un personaggio del Folengo "quo non Ciceronior alter;/ cui tanta in studiis concessa est copia linguae/ quanta patet cum bos sibimet culamina leccat". L'erudizione di quest'uomo è come la sua religiosità, profonda eppure mai esibita: "Quamvis de lettra sapiam negotta, pur ipse/ sufficientus ero cum vobis dicere vesprum".