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Oltre che delle celeberrime Vite parallele, Plutarco è autore di oltre ottanta scritti che, accanto a temi filosofico-etici, toccano ogni aspetto del sapere antico, raccolti sotto il titolo complessivo di Moralia.
Da questo corpus Gino Giardini ha tratto un'antologia di scritti politici. Plutarco non dà consigli su come conquistare il governo, ma su come gestirlo nell'interesse esclusivo della collettività. E in quest'ottica ciò che appare prioritario è la formazione culturale e morale dell'uomo di Stato, che dev'essere politicamente esperto, tecnicamente preparato ad assolvere i propri compiti e soprattutto di altissima integrità: "perché non è possibile che chi è ignorante insegni, che chi non è equilibrato possa dare equilibrio né governare chi non ha in sé governo".
Di PLUTARCO (46-125 d.C. ca.) la BUR ha pubblicato Consigli agli inquieti, La musica, La cura dell'anima, Le contraddizioni degli stoici. È in corso la pubblicazione di tutte le Vite parallele.
GINO GIARDINI, saggista e scrittore, insegna Lettere nei Licei.
scheda di Andrisano, A., L'Indice 1995, n.10
Sono raccolti sotto il titolo "Consigli ai politici" cinque scritti provenienti da quella summa di erudizione e di cultura, di stile e di saggezza rappresentata dai "Moralia" plutarchei. L'attualità degli "Ammaestramenti politici" è facilmente verificabile ad apertura di libro e rende appetibile la lettura della scorrevole traduzione anche per i non addetti ai lavori. Osserva ad esempio Plutarco che il popolo, per sazietà di chi lo governa, abitualmente "accoglie più volentieri colui che comincia a occuparsi della cosa pubblica, come gli spettatori quando vedono un nuovo campione", e che d'altronde "la gloria non provoca invidia, se brilla all'improvviso". Ma il divario rispetto alla nostra attuale esperienza sta negli esempi: Alcibiade, Pompeo, Publio Cornelio Scipione, citati a convalidare un assunto, non necessariamente negativo, sono passati alla Storia. Già per Plutarco, vissuto a Roma durante il periodo dei Flavi, appartenevano a un passato guardato nostalgicamente, rispetto al quale il presente non concedeva analoghe possibilità di valorosa affermazione. E tuttavia egli vedeva i limiti della politica dell'antica Grecia, la follia delle lotte fratricide e la conseguente sottomissione a Macedoni e Romani. Di qui una visione realistica della situazione presente, che sfocia in un pragmatismo volto al raggiungimento di pace, libertà, prosperità economica. Ma per ottenere tali risultati l'uomo politico deve essere formato da una robusta 'paideia', simile a un re saggio, dotato di filantropia, teso a emulare le virtù divine, incurante della ragion di stato. Pur possibilista di fronte alla scelta di una costituzione, la monarchia appare a Plutarco la forma preferibile di governo, senza tuttavia la necessaria esclusione degli aspetti migliori di oligarchia e democrazia. Anticipatore di temi dibattuti da Erasmo da Rotterdam e Tommaso Moro, Plutarco occupa una posizione rilevante nella storia del pensiero politico, nonché della tradizione classica, e questa nuova edizione consente di verificarlo.
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