Conservazione e restauro strutturale dei beni architettonici

Può accadere che interventi di consolidamento e di restauro, realizzati unicamente in funzione della sicurezza, facciano scempio dei beni architettonici che dovrebbero salvaguardare. Se per restaurare un edificio o un monumento è infatti indispensabile conoscerne gli aspetti strutturali, e tener conto delle esigenze funzionali, allo stesso tempo non può ovviamente essere trascurata la sua valenza storica e architettonica. Ed è proprio quando queste due "culture del restauro", ciascuna dotata di una propria specificità, non si intrecciano, che l'architetto o l'ingegnere rischiano di intervenire con misure eccessivamente invasive che snaturano l'opera e ne tradiscono il valore storico e architettonico. Grazie alla rigorosa impostazione didattica e alla preziosa esperienza dell'Autore maturata in lunghi anni di interventi sul campo (dal Colosseo alla torre di Pisa, dalla basilica di San Francesco ad Assisi fino alla piramide di Chefren o a Santa Sofia a Istanbul), Conservazione e restauro strutturale dei beni architettonici fornisce un quadro preciso e completo per lo studio, l'analisi e il restauro strutturale delle costruzioni, in particolare degli edifici storici e dei monumenti. Il lavoro di Giorgio Croci dimostra come solo una corretta metodologia, che coinvolga la storia, l'architettura e l'attenta osservazione dell'opera, possa portare a una diagnosi corretta, premessa indispensabile per una pianificazione efficace degli interventi. "Il nuovo secolo è appena cominciato e non possiamo neppure immaginare a quali strutture e a quali architetture andremo incontro. In un'epoca in cui le tecnologie diventano vecchie il giorno dopo essere state inventate, i problemi della durabilità e della conservazione di materiali e strutture facilmente deteriorabili saranno enormi. Sarà necessaria una nuova cultura della conservazione e del restauro per tramandare alle generazioni future questa architettura, una cultura che certamente dovrà essere rielaborata rispetto a quella cui oggi siamo abituati per preservare le opere del passato".