La conquista silenziosa. Perché le multinazionali minacciano la democrazia

In questo libro del 2001 Noreena Hertz fa un’analisi perfetta di quello che era già allora un aspetto importante della politica, il condizionamento dell’azione da parte delle grandi imprese, delle multinazionali. A 20 anni di distanza questa tendenza si è ancor più affermata, portando ad una involuzione della democrazia che manifesta con l’astensionismo una progressiva sfiducia nella politica e nei partiti da parte della gente. I partiti non hanno più il loro maggiore interesse o non possono avere più come loro maggiore interesse, le esigenze esistenziali dei loro elettori, ma piuttosto quello delle grandi multinazionali e delle grandi entità finanziarie, come i fondi di investimento. In questo l’autrice ha previsto esattamente il futuro politico. Laddove però ha fallito la previsione è nella sua fiducia nei movimenti di contestazione dal basso (per non dire di quella sugli “imprenditori evangelici”), che avrebbero dovuto modificare gli orientamenti politici. In questi vent’anni niente è cambiato di sostanziale e se i movimenti dal basso hanno vinto qualche battaglia, direi qualche scaramuccia, hanno perso la guerra. In questi giorni vediamo come, di fronte ad una crisi climatica evidente, che potrà portare l’intero pianeta ad una catastrofe, gli interessi economici prevalgono anche a costo di mettere milioni, se non miliardi di persone, in difficili condizioni di sopravvivere. L’esame del problema è corretto, la soluzione non mi convince per niente