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I coniugi Orlov
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I coniugi Orlov - Maksim Gorkij - copertina
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coniugi Orlov

Descrizione


Nei "Coniugi Orlov" (1897) l'impegno sociale di Gorkij diventa un netto rifiuto dell'ordine costituito. Un misero calzolaio porta avanti malamente la sua esistenza e, tormentato da vaghi ideali di riscatto, si ubriaca per non pensare. Quando in città scoppia un'epidemia di colera, dapprima farà di tutto per aiutare i disgraziati che ne cadono malati, poi si arrenderà, convinto che la morte sia migliore della vita da cani che avevano prima. Un duro atto d'accusa alle terribili condizioni dei lavoratori nella Russia zarista, che in nuce contiene quel seme esplosivo che porterà alle tre rivoluzioni (1905, febbraio e ottobre 1917) di inizio Novecento.
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Dettagli

2012
12 settembre 2012
120 p., Brossura
9788863930887

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angelo
Recensioni: 4/5

Ingredienti: un calzolaio ubriacone e violento nella Russia di fine ‘800, una moglie sottomessa e devota nonostante minacce e percosse, un’epidemia di colera a cambiare lavoro, idee e rapporto tra i due protagonisti, una consapevolezza finale della propria solitudine e del destino amaro dell’uomo. Consigliato: a chi sente di vivere senza uno scopo e con troppa inquietudine dentro, a chi non riesce a sfuggire al proprio marchio speciale di speciale disperazione.

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luciano
Recensioni: 5/5

Un altro bel racconto russo di fine Ottocento. Lui è Griscka Orlov di circa trent'anni; lei è Matrena Ivanovna Orlova. Era il quarto anno che si erano sposati e avevano avuto un figlio che, però, era morto. Vivevano nel sottosuolo di un caseggiato a due piani che era una grande camera oscura, lunga, a volta e "la luce entrava a strisce oblique da due finestre che davano sul cortile. Tutto era umido, silenzioso e morto in quella camera". In questa fossa lavoravano i coniugi Orlov. La vita di questa coppia era durissima, così come lo era quella di tutto il popolo russo che, alla fine dell'Ottocento, era allo stremo delle sue forze. Non per niente dopo qualche anno sarebbe scoppiata la rivoluzione. Orlov dipende dall'alcol e, pur amando la moglie, la batte. Dice Griscka: "Bisogna credere che io sia nato con l'angoscia nel cuore...Ecco rimango in questo buco, e lavoro e lavoro sempre e non ho nulla di nulla...Sono calzolaio! Vivo in una fossa e cucio. Poi morrò. Ecco, appunto che il colera che viene a quel che dice la gente. E poi? C'era Grigori Orlov, cuciva scarpe ed è morto di colera. Che senso c'è in questo? E perché devo vivere, cucire e morire? Perché?".

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Nicola di Capua
Recensioni: 4/5

Crudo,potente.C'è tutto il "periodo" in questo scritto.Senza se e senza ma.

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Maksim Gorkij

1868, Nižnij Novgorod

Maksim Gorkij, pseudonimo di Aleksej Maksimovic Peškov, è stato uno scrittore e autore teatrale russo. Nato a Nižnij Novgorod nel 1868 in una famiglia povera, rimane orfano all’età di dieci anni. Autodidatta, gira per anni la Russia e svolge una serie di lavori (ciabattino, disegnatore, aiuto cuoco, venditore di icone, panettiere) che saranno successivamente fonte di ispirazione per i suoi primi scritti, incentrati sulle figure dei "bosjaki", i vagabondi russi. Dopo un periodo di propaganda e celebrazione del comunismo, Gorkij raggiunge il successo nel 1898, quando pubblica la raccolta in due volumi delle sue novelle. Nel 1905, coinvolto nei moti rivoluzionari, viene arrestato e rinchiuso nella fortezza di Pietro e Paolo a Pietroburgo. È in questo periodo...

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