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Come tradurre la neve. Tre sentieri nei Balcani
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Come tradurre la neve. Tre sentieri nei Balcani - Maria Grazia Calandrone,Alessandro Anil,Franca Mancinelli - copertina
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Come tradurre la neve. Tre sentieri nei Balcani

Descrizione


Nell'inverno 2018 un gruppo scelto di artisti e poeti ha attraversato la Bosnia Erzegovina e la Croazia per raccogliere "immagini e parole sui percorsi dei rifugiati". Tra diario di viaggio e reportage poetico, i lunghi versi di Calandrone e Anil e i frammenti in prosa di Mancinelli, restituiscono l'immagine di una terra gelata, tagliata da confini spinati, dove le tracce dei migranti transitati di recente, si uniscono a quelle di una guerra che ha lasciato case abbandonate e un presente che sembra chiedere ai giovani soltanto di partire. Le ferite della memoria e quelle aperte dall'assenza abitano "le case infinite" di Calandrone, con le voci dei superstiti, di chi resta chiedendosi "dove sia l'origine, l'errore di tutto questo" (Anil). La Slavonia che Mancinelli attraversa nel suo taccuino croato assomiglia a un deserto di ghiaccio, nei cui confini si svolge il crudele "gioco" dei respingimenti illegali. Come tradurre in parole questa esperienza? Come tradurre la neve? Le voci di questi tre poeti affrontano temperie ostili e inospitali, mantenendosi fedeli alla nudità dell'inverno e insieme a quel "nucleo di calore sepolto" che conserva nella parola l'origine della nostra umanità.
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Dettagli

1 maggio 2019
112 p., Brossura
9788897132226

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Camilla
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Tre poeti che raccontano, in poesia e prosa (in stile diario di viaggio), la realtà di quelle linee di confine dure e algide della Bosnia Erzegovina e della Croazia. Ci si interfaccia in modo brusco e senza fronzoli con l'interminabile inverno (concreto e simbolico) dei rifugiati in quelle zone e quello degli sfollati, infiniti volti giovani e anziani che la guerra ha sospinto vanamente altrove, alla ricerca di futuro e speranza, riconoscimento e dignità. La parte iniziale del libro (dedicata alle poesie di Maria Grazia Calandrone) mi aveva lasciata un po' interdetta: notavo una poesia dell'autrice talmente prosaica da percepire inutile i versi a capo, le spaziature, tutto. Mi dicevo "è un diario di viaggio incastrato casualmente dentro una struttura poetica". Più procedevo con la lettura, più intuivo e sentivo sulla pelle il brivido e il gelo della verità che si stava imprimendo con quelle parole. Ho capito il messaggio di quella poesia senza rime. Ho capito la mano che strozza la gola a tutte le speranze armoniche di ciò che può essere poesia, e che in quei luoghi non si riesce nemmeno a sognare. Al massimo, a ricordare. A piangere. La seconda parte è una sezione di poesie di Alessandro Anil, che riesce a consegnare – seguendo il filo amico della prosaicità – un'immagine di nostalgia talmente forte che esce dalle pagine e dalle parole. Certe cose si possono sentire. Le pareti nude, i gradini vecchi, le stanze vuote: tutto si tocca e si respira l'assenza, la fuga. La terza parte è un diario di viaggio scritto da Franca Mancinelli: non mi esprimo, lascio che sia una sorpresa impattante per il futuro lettore di questa testimonianza. All'ultima pagina ho pianto. Ho deciso di volerla imprimere dentro di me per sempre. Un libro che non sembra, dai suoi esordi, così potente; ma ha la capacità di prendere in mano la coscienza e accompagnarla di fronte agli orrori che il nostro privilegio ci consente di non vivere, neppure di sapere.

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Maria Grazia Calandrone

1964, Milano

Maria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice Rai, scrive per «Corriere della Sera» e tiene laboratori di poesia nelle scuole e nelle carceri. Ha pubblicato numerosi libri di poesia tra cui: La scimmia randagia (Crocetti 2003 – premio Pasolini Opera Prima), Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier 2005), La macchina responsabile (Crocetti 2007), Sulla bocca di tutti (Crocetti 2010 – premio Napoli), Atto di vita nascente (LietoColle 2010), La vita chiara (transeuropa 2011), Serie fossile (Crocetti 2015 – premi Marazza e Tassoni, rosa Viareggio), Gli Scomparsi (pordenonelegge 2016 – premio Dessì), Il bene morale (Crocetti 2017 – premi Europa e Trivio), Giardino...

Alessandro Anil

Alessandro Anil, nato nel 1990, ha vissuto in India fino a sedici anni, a Santiniketan, frequentando la scuola del poeta R. Tagore. Si è laureato in Filosofia e Letteratura in Inghilterra. Vive in Italia dall’ottobre del 2013. È stato premiato o segnalato da Poesiafestival, Premio Rimini per la poesia giovane, Casa della Poesia di Como, Premio Mario Luzi. Sue poesie sono apparse nelle riviste “Atelier”, “l’Almanacco dei poeti” e in altre riviste italiane e inglesi del settore. Ha tradotto per l’ “Almanacco di poesia” di Raffaelli editore Poeti bengalesi nell’era post-Tagore. Oltre alla poesia svolge l’attività di drammaturgo e regista. Dal 2018 è direttore artistico del laboratorio teatrale che si...

Franca Mancinelli

Franca Mancinelli è autrice dei libri di poesia Mala kruna (Manni, 2007– premio opera prima L’Aquila e Giuseppe Giusti), Pasta madre (con una nota di Milo De Angelis, Nino Aragno, 2013 – premio Alpi Apuane, Carducci, Ceppo-giovani), Libretto di transito (Amos Edizioni, 2018), uscito nello stesso anno con traduzione inglese di John Taylor, con il titolo The Little Book of Passage (The Bitter Oleander Press, Fayetteville, New York). Una silloge di suoi testi è compresa in Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012) e con introduzione di Antonella Anedda, nel Tredicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea (Marcos y Marcos, 2017). Fa parte della giuria del “Premio Pordenonelegge Poesia. I poeti di vent’anni” e “Esordi”. Traduzioni...

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