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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
I racconti dell’editor che ha creato (e distrutto) Raymond Carver.
«Gordon Lish – noto a tutti per i motivi più sbagliati – ha scritto fra le cose più affascinanti che siano state prodotte negli ultimi dieci anni.» - Don DeLillo
«La risposta americana a Samuel Beckett e Thomas Bernhard.» - The Guardian
«Uno scrittore di straordinaria visione, un innovatore infaticabile.» - Electric Literature
«Sono racconti scritti da chi ha una consapevolezza quasi dolorosa – a volte direi tragica – di una cosa: che le parole, queste parole bugiarde e seducenti, hanno una vita, una vita loro, hanno le loro regole, i loro incastri, le loro necessità.» – Francesco Guglieri
«Si potrebbe scrivere una storia della letteratura statunitense ritrovando tutte le pagine in cui Lish appare come personaggio, collezionando tutti gli scrittori che hanno frequentato i suoi corsi di scrittura, che sono stati scoperti o pubblicati da lui, che hanno subìto o beneficiato dei suoi editing, che l’hanno amato, odiato, cercato, venerato, rigettato.» - Massimo Onofri
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Non capita tutti i giorni di trovarsi di fronte a un genio, in questo caso però bastano pochissime pagine per avere nettissima questa sensazione.
Il titolo del libro è fuorviante. Anche se il sottotitolo recita "Un libro di narrativa", tuttavia inganna il lettore. Il titolo originale era infatti "Collected fictions". Questi "racconti" fanno pensare... soprattutto alla luce del titolo che la casa editrice italiana ha deciso di dare al libro: come a voler dire "È così che si scrivono i racconti". Purtroppo qui non ci sono racconti: è una raccolta di 32 non-storie, pseudoracconti che non significano assolutamente nulla, scritti con un stile pieno di ripetizioni fino alla nausea, forse con l'intento di fare dell'umorismo. A fine lettura di ogni racconto non resta nulla, perché non c'è nessuna storia dietro ogni testo, se non frasi messe a caso una dietro l'altra, una sorta di monologhi interiori dell'autore.
Recensioni
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