Come papaveri rossi

Come papaveri rossi è un racconto familiare che si trasforma in patrimonio comune facendo riaffiorare ricordi, voci e nomi, di un periodo per cui, da Italiani, proviamo un certo imbarazzo e che, non potendolo cancellare dagli annali del nostro recente passato, vorremmo almeno abbandonare alle velature dell'oblio. .Ninuzzu, il protagonista, è un personaggio che la penna di Floramo, intinta nella memoria di famiglia e nelle cronache del tempo, rende grande nella sempliciltà, mirabile nella schietta coerenza, forte nella fierezza. Le immagini si susseguono incastrandosi tra loro, evocate una dall'altra, e oscillano nel tempo, così che il Ninuzzu bambino sembra cedere il passo a un Ninuzzu adulto di varie età e viceversa. È un percorso dell'anima che si raggomitola, riallaccia fili attraverso suggestioni e rimandi, delineando per particolari il quadro d'insieme. Il linguaggio, che in Floramo è sempre avvolgente e caldo e sa di casa, di convivialità, qui si fa rustico con sfumature dialettali che regalano sonorità al testo, sì da renderlo vivo e da indurre a leggere, seppur mentalmente, assecondandone l'inflessione. È una lingua genuina, volgare perché del volgo, di cui ricalca origini e usanze, ma che con maestria e sensualità, sa anche condurre per vette stilistiche di una bellezza da togliere il fiato. Le emozioni si rincorrono tra le pagine regalando un'esperienza piena nell'inseguire amicizie intrecciate alla politica, bicchieri di vino forte e aspro a sciacquare la bocca dalla sapidità delle alici o a sciogliere nodi in gola, amori che sbocciano puri e ardori che erompono ferini a graffiare la carne e sgualciscono il cuore.