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Bellissimo libro. La storia dell'amicizia fra due bambini di 10 anni due anni dopo la fine della guerra ad Amsterdam nel freddo polare dell'inverno. Su di loro incombe l'ingiustizia della guerra, della deportazione dei familiari di uno e della morte della mamma dell'altro. Figure sopra le righe il papà di Thomas e la zia di Piet, ma con caratteristiche veramente particolari. Complimenti alla Feltrinelli, che l'ha pubblicato anni dopo l'uscita.
Recensioni
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Anne Frank è diventata il simbolo non solo del popolo ebreo perseguitato e sterminato, ma in particolare dell'infanzia e dell'adolescenza cancellate dai nazisti. Anche Zwaan, dieci anni, ha trascorso il tempo della guerra ad Amsterdam nascosto dentro un armadio leggendo: Ivanhoe, Huck Finn, Piccole donne, Il giardino segreto. A scuola fa amicizia con Thomas, monello di strada che dice parolacce, inventa storie, racconta balle, si innamora continuamente, nell'"inverno del freddo e della fame" del 1947, quando i tentacoli della guerra sono ancora vicini con le tessere annonarie, le mutande di lana che pizzica, i papà che vendono al mercato la collezione di francobolli dei figli (che piangono). Un compagno insulta Zwaan: "Giù le zampe, ebreo, vai a farti sfottere", e poi minaccia Thomas: "Amico degli ebrei, te la facciamo pagare". Soprattutto Thomas si cruccia perché i grandi gli nascondono cose che non sa: "Cos'è precisamente un ebreo? ( ) Perché non mi raccontate mai le cose utili? Devo sempre scoprirlo da solo". Bet, tredicenne cugina di Zwaan che praticamente gli fa da mamma e della quale Thomas naturalmente si innamora, vuole andare in Palestina, in un kibbutz, nel nuovo stato ebraico, parlare con i superstiti. Zwaan va in America dallo zio Aaron e alcune donne che vengono dalla Polonia gli raccontano delle camere a gas. Bet con Thomas misura tutta la distanza che li separa dagli adulti: "Loro non vogliono parlare mai delle cose importanti ( ) Io so poco di loro, loro sanno poco di noi". Poi inizia il disgelo, la neve si scioglie, l'inverno finisce. La scrittura di van Gestel è piana e cumulativa, dettaglio dopo dettaglio, scoperta dopo scoperta, conquista dopo conquista, disegnando un percorso di formazione adolescenziale che muove con timidezza e incertezza i primi passi. Fernando Rotondo
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