Come carne viva

Non posso esprimere un giudizio del tutto positivo...la scrittura è piacevole e lineare ma non mi ha preso!

Francesca Neri non cerca complicità, commiserazione, compiacimento, non mendica affetto. Non vuole il coinvolgimento emotivo del lettore, perché anch'essa riesce, dopo essere passata attraverso la sofferenza, ad avere una consapevolezza di sè adulta. Si potrebbe chiamare un romanzo di formazione, dove l'autrice non rinnega niente di quanto ha fatto, ma ne vede la vacuità. Ama chi le sta vicino ma li allontana per non sovraccaricarli di dolore. E' una grande anima. E, cosa che non guasta, anzi ... scrive di una scrittura piacevole. Si può leggere d'un fiato. Io invece l'ho letto poco a poco, gustando a piccoli bocconi. E anche se Francesca non lo chiede, alla fine si prova per lei un sentimento di comprensione, stima e riconoscenza.

Dopo aver letto tante biografie improvvisate che puzzano di recalme e falsità varie , un libro che scava nel dolore , dove la malattia diviene quasi un pretesto per cercare una risposta a ferite non ancora cicatrizzate. Ben scritto, senza sconti, senza compiacimenti, Una testimonianza cruda e immediata di come la vita non faccia sconti a nessuno, e ci lasci muti e soli davanti alla sofferenza. Sicuramente i tanti anni di analisi hanno aiutato nella esegesi del male, ma in ogni caso sorprende una così viva lucidità nella confusione, quasi per cercare di andare sempre più a fondo nel pozzo senza fine della ricerca. Complimenti a Francesca, ma più che le congratulazioni alla scrittrice, in ogni caso dovute, mi sento di mandarle un grande abbraccio.