Colletti bianchi

Ci sono libri che smessi di leggere te ne ricordi a stento il titolo e altri che a distanza di tempo continuano a essere presenti nella tua memoria come se fossero persone a te familiari. Ed è proprio questa seconda eventualità quella che mi è accaduta con "Colletti bianchi". A distanza di un mese dal termine della lettura capita di sorprendermi a chiedere "chissà come sta Libero" ? "Sarà in galera l'onorevole"? "E Casoria, chi sosterrà alle prossime elezioni?" E dire che quando l'ho avuto la prima volta tra le mani ho pensato che fosse presuntuoso, da parte di un esordiente proporre un libro di 560 pagine per poi giungere alla conclusione che ne avesse scritte 1000 sarebbero state altrettanto entusiasmanti. Sarebbero tante le cose da dire, troppe per questo spazio e pertanto mi limiterò a dire che il libro non è di sola lettura ma è anche come vedere un film ( e sono convinto che presto lo vedremo per davvero ), i personaggi sono creati con equilibrio e armoniosamente integrati tra loro al punto che è difficile trovare il soggetto con cui identificarsi, i criminali non si fanno disprezzare e i buoni lo sono fino a un certo punto, tutti i personaggi sono complessi e nessuno è banale o messo lì a sproposito. C'è un solo episodio che mi impedisce di gridare al capolavoro ma questo non lo svelerò.