Col cavolo

Dopo Sola come un gambo di sedano e La principessa sul pisello, è ora la volta del cavolo, l'ortaggio immortalato nella copertina e nel titolo di questo nuovo romanzo che conclude la trilogia vegetale di Luciana Littizzetto. Dalle single "frollate" alle ultime romantiche, ormai rassegnate a principi azzurri sbiaditi, si passa ora alle coppie in crisi, a quelle che, svanita l'euforia dell'innamoramento, si trovano a tu per tu con i piccoli e grandi problemi della convivenza quotidiana. Il "lui" e la "lei" che rischiano di soccombere sotto i colpi della noia, del calo del desiderio, delle manie, dei litigi sono avvisati: la penna mordace dell'autrice comica torinese non risparmia nessuno e immortala tipi e situazioni della vita di ogni giorno con la sua irresistibile e contagiosa ironia. Il risultato è una rassegna esilarante in cui uomini e donne si contendono la palma del ritratto più spassoso e irriverente. In prima linea come sempre la metà maschile della coppia: i mariti, i compagni, i partner, che in casa si rivelano fastidiosi «come i peli in bocca», per cucinare la pastasciutta utilizzano ben 7 pentole, lucchettano la caffettiera in una morsa diabolica, rifiutano sistematicamente di cambiare il rotolo ormai esaurito della carta igienica, non pensano ad altro che all'ultimo modello di cellulare, «l'unica cosa che sono fieri di avere piccolo». Di fronte a uomini di tal fatta «peccato che l'impollinazione non sia contemplata nelle abitudini sessuali della nostra specie – prorompe la Littizzetto – sarebbe fantastico. Noi qui col nostro bocciolo, loro lì con i rispettivi pistilli, ciascuno nella propria aiuola e fanno tutto le api. E invece no. Sempre lì a pestarci gli alluci». Se gli uomini non mancano di fare una magra figura, anche le donne hanno le loro pecche, smascherate impietosamente dall'autrice con sagace autoironia. Che dire dei tormenti che si autoinfliggono per apparire belle e alla moda? Per esempio la dannatissima vita bassa, che necessita di una predisposizione delle ossa del bacino, «che siano prensili ai lati», oppure le solite diete impossibili («ma possibile che non ci sia un medicone, un santone piemontese» che ti prescriva una dieta come si deve. «Via la soia, niente fagioli azuki, basta col riso basmati. Gorgonzola. Gorgonzola a pranzo e a cena. Sì al bollito misto. Ok alle acciughe al verde. E la mattina appena svegli un bel bicchiere di bagna cauda. Fredda.»). Tanti sacrifici per amore degli uomini d'oggi « a cui non sono più le donne a far battere il cuore, ma i pacemaker».
Insomma anche questa volta ce n'è per tutti. Una Littizzetto più scatenata che mai ci regala un nuovo irresistibile capitolo della sua incontenibile comicità, un ritratto divertentissimo in cui non è difficile riconoscere le inconfessabili debolezze di chi ci circonda e di noi stessi.