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L'acqua e la pietra - Bianca Madeccia - copertina
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L'acqua e la pietra
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L'acqua e la pietra - Bianca Madeccia - copertina
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2007
1 marzo 2007
54 p., ill. , Brossura
9788878482968

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Aky Vetere
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Bianca Madeccia, con: “L’acqua e la pietra”, sviluppa una ricerca non comune ai “fabbri del fare”, una ricerca peculiare, che per il suo genere si inserisce a pieno titolo all’interno di una poetica con forte vibrazione iniziatica:. Mi riferisco ad una poesia tesa all’esoterismo, inteso come viatico del sacro, poiché il sacro è come lei stessa definisce, “misticamente collegato all’intuizione” (VII). La parola “poyéin”, fare, diventa così strumento eloquente per testimoniare la prerogativa di un’arte che si sviluppa come “ascetico percorso”; una arte vocata all’esperienza del soprasensibile. In Bianca Madeccia, l’esoterismo c’è e c’entra benissimo nel delicato rapporto essere/scorrere; due interlocutori di per sé opposti, che si accostano però attraverso l’ossimoro. Lo si evince già dal titolo. Acqua e pietra sono elementi contrari; uno, imprime il dinamismo entro e al di là della sfera sensibile, l’altro, la staticità della forma. Eppure quando si incontrano, formano un nuovo “soma”, sia dentro la chimica dell’inorganico, della materia, sia nel mondo dello spirito, cioè della poesia, generando l’alchimia del poetare, del fare poesia, metodo e viatico per congiungere alchimicamente i due elementi. Ora il sacro e il profano, non si contrappongono più, anzi, appaiono contenuti, confluiti uno nell’altro in una eucaristia di linguaggio. Ne nasce un nuovo significato, un nuovo nesso ontologico all’interno della conoscenza. Questa unione alchemica, è quindi anche simbolica (syn-bàllein); unisce e conforma due posizioni dell’essere di per sé inconciliabili, una dinamica, cioè dell’acqua, ed una statica, la pietra. Ma anche la sfera profana, cioè, lo stare al di qua, come la chimica, la realtà, è sacra, perché è anche alchimia, come la poesia. L’acqua, cadendo, scolpisce nella roccia il suo simulacro, il profano; poi fugge via con l’alchimia della pietra, la forza astrale dell’acqua verso la sfera dello spirito.

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Franco Vivona
Recensioni: 5/5

Non è frequente avere tra le mani un libro di poesie ed immagini artistiche così ben calibrate e coerenti, tali da far apparire l’opera come fosse concepita e composta da una sola persona, da un unico essere pensante! Complimenti vivissimi quindi alla poetessa Bianca Madeccia ed all’artista Lughia che hanno saputo miscelare così bene le loro innegabili doti artistiche in un tutt’uno che rappresenta una vera preziosità letteraria. Si parla dell’acqua e della pietra, ovvero due realtà che permeano, animano e condizionano la nostra vita, dai primi vagiti fino all’età matura e poi alla vecchiaia; due realtà con le quali ci confrontiamo in ogni occasione, riscontrando gli aspetti positivi e negativi dell’una e dell’altra: l’acqua è vita, è salute, ma può portare anche dolore e lutti in occasione di alluvioni o di tragedie marine; la pietra appare dura, consistente, tenace, e quindi rappresenta la solidità delle cose concrete, delle realtà terrene, ma in effetti è proprio la pietra che può essere scalfita e resa più accessibile dall’acqua (“gutta cavat lapidem”, sentenziavano i nostri antenati, ed avevano proprio ragione!). Ecco quindi che, sia nelle poesie di Bianca sia nelle opere di sabbia e sassi di Lughia, queste due componenti interagiscono, si intrecciano e si mescolano, si formano e si deformano, costruiscono e distruggono…proprio come avviene sempre e comunque nella nostra vita quotidiana, nella quale, in tutte le sue espressioni, dalla salute agli affetti, dal lavoro ai rapporti con il prossimo, tutto si forma, evolve ed a volte si scompone, si distrugge e sparisce, così come avviene per la pietra e per la sabbia, condizionate ed insidiate dall’acqua! Un libro molto bello e significativo, interessante e struggente, che merita di essere letto e riletto, ed ammirato nella sua parte illustrata artisticamente…

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