Bad Monkeys

Che dire... mi ha ricordato Pynchon per paranoia, complottismo e aneddotica, con la differenza che alcune pagine di Pynchon dopo averle lette una dozzina di volte le puoi appendere alla parete del soggiorno perchè trattasi di quadri splendidamente dipinti, mentre quelle di Ruff sono poster di b-movies. Per carità, si fa leggere, ma credo mi sfugga la metà delle connessioni per evidente distanza linguistico-culturale, peccato, perchè immagino siano proprio le sfumature che non colgo a privarlo di due stelle dall'eccellenza. Un delirio di trama dove i personaggi hanno nomi che sfiorano la presa per i fondelli ("Love", "True", che effetto mi avrebbero fatto leggendoli nella mia lingua madre? "Amore", "Vero"?.... che sia questa una delle sfumature che non acchiappo?) zeppa di riferimenti religiosi e stravolgimenti di fronte, ma che alla fine ti lascia l'amaro in bocca.

"Bad Monkeys" non è certo letteratura ma neanche può essere definito narrativa, magari di genere. È la sceneggiatura di uno di quei thriller pseudo metafisici fatti di continui ribaltamenti di prospettiva e colpi di scena in sequenza, una sequela che ha preso avvio da 'I soliti sospetti' ed è proseguita con (cito alla spicciolata) "Stay - Nel labirinto della mente", "Basic" e chi più ne ha più ne metta. Potete scommetterci che ne faranno un film, è praticamente uno script già pronto. Si legge d'un fiato, è vero, ma appena terminato si butta via e senza la minima voglia di rileggerlo. Non ti lascia niente, è puro passatempo, e un libro dovrebbe essere qualcosa più di un succedaneo delle parole incrociate.

ACQUA, LUCE E GAS forse era più bello, ma anche con BAD MONKEYS Ruff si conferma uno scrittore sorprendente e mai banale. Molto bravo.