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Raccolta di racconti, pamphlet, riflessione personale sulla creatività, memoir intimo, manuale sul mestiere di vivere : chi lo sa, chi può dirlo ? Il libro di Gianfranco Franchi probabilmente era nato proprio come una sorta di saggio sul mestiere dello scrittore in una società ammorbatala dal virus della precarietà del lavoro e dell’insicurezza sociale. Disorder è un forte antidoto alla sopravvivenza, in cui la scrittura costituisce lo sforzo di trascendere l’individualità e la miseria umana, l’ansia di elevarci al di sopra della recrudescenza culturale, sociale e civile, afferrando la realtà nella sua confusione vitale. Franchi avverte la consapevolezza che letteratura e vita non possono mai convogliarsi su binari diversi. Per lui scrivere è un modo di pensare e deve essere un pensiero il più possibile limpido, libero e rigoroso. Affermazione impegnativa che l’autore rispetta intrecciando una prosa tersa di riflessioni, aneddoti e confessioni sulla propria vita privata. Il respiro dei suoi racconti, pur lontano da sterili accademismi, risente dell’intelligenza polemica di un letterato massimalista cresciuto appeso ai libri. La ricca messe di temi e problemi che il libro affronta è dunque garanzia del suo acume critico e del suo valore. Sono pagine dure ma poetiche, nelle quali al dolore e alla solitudine si contrappongono il potere della parola in una funzione quasi curativa e liberatoria. Una poesia che nasce dall’immagine, da taluni flash ossessivi, calmi e violenti ad un tempo. Il lettore entra nelle storie di Guido Orsini trovandosi prigioniero den
Ho appena finito disorder... l'ho letto volentieri e nel complesso mi è piaciuto. In realtà qualcosa non ho capito e qualcosa non ho condiviso, però ha indubbiamente alcune qualità che gli permettono di arrivare dritto allo stomaco del lettore. Innanzitutto (sembrerà paradossale) scorre senza intoppi, anche quando è necessario rileggere qualche passo, per comprendere meglio, e anche quando lo stile non segue le regole canoniche dell'analisi logica. In secondo luogo incuriosisce, chiarisce e lascia dubbi, ma soprattutto genera emozioni. E' frutto dei 27 anni di chi ha mille idee, un turbinio di passioni, sente di avere molte cose fare, troppo poco tempo, troppa gente non disposta ad abbandonare la grigia routine del travet per dare retta all'estro... è frutto di una mentalità geniale, di questo consapevole, e forse, presuntuosa. C'è molta carne al fuoco. In definitiva, complimenti all'autore.
A volte ti fa arrabbiare. Perchè non lo capisci nel suo ermetismo delirante e aspetti un'altra pagina e un'altra ancora e lo hai capito ancora meno. Poi noti un gorgoglio alla base dello stomaco che non ti lascia anzi aumenta col passare delle ore. Te la prendi con la frittata, le melanzane, i peperoni del pranzo. Poi riapri il libro e il gorgoglio diventa fitta, allora capisci che Disorder è un capolavoro perché è sentimento, stato d'animo, musica. Su tutti Track Four, Pelle, No protection, So it goes. Straconsigliato.
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