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È finito il nostro carnevale
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È finito il nostro carnevale - Fabio Stassi - copertina
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È finito il nostro carnevale

Descrizione


"È finito il nostro carnevale" è la storia di Rigoberto Aguyar Montiel: una macedonia di geni razziali e un senzaterra ma soprattutto un amante del calcio e delle donne. Nella Parigi di fine anni Venti (a pochi mesi dal primo campionato mondiale di calcio) Rigoberto si innamora perdutamente di Consuelo, la magnifica modella che poserà per la creazione della coppa Rimet. Scomparsa misteriosamente la ragazza (nel laboratorio di un orafo di nervoso talento), Rigoberto promette a se stesso di rubare la statuetta d'oro, facendone il simbolo di tutte le speranze perdute dagli uomini. Inizia in questo modo una lunga cavalcata in giro per i cinque continenti, nelle vesti di cronista sportivo sempre sull'orlo del licenziamento. Il lungo viaggio di Rigoberto è anche l'attraversamento del Novecento, un percorso pieno di occasioni luminose (l'incontro con Ernest Hemingway, con Django Reinhardt, con Tom Jobim e Vinicius de Moraes) e di momenti tristi (la seconda guerra mondiale, le dittature sudamericane degli anni Settanta, la fine del calcio come branca del romanticismo).
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Dettagli

2007
24 voll., 249 p., Brossura
9788875211202

Valutazioni e recensioni

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Claudio
Recensioni: 5/5

Fra realtà e fantasia, Stassi ci porta fra la fine degli anni '20 al 1970, fino all'ultimo dell'anno del secolo scorso. Ci porta con una miscellanea sui mondiali di calcio dal 1930 al 1970, caratterizzati dalla possibilità di vincere la coppa Rimet che andava alla squadra che avesse vinto per tre volte i mondiali. E come si sa la vincitrice è il Brasile che batte l'Italia a Città del Messico: tutte e due avevano vinto per due volte i mondiali per cui quella finale avrebbe consegnato definitivamente la coppa. Ma il nostro campione viene attratto da questa coppa (o meglio dire dalla modella che ne fu alla base) e dopo tutto lungo periodo finalmente riesce a rubarla. In mezzo ci stanno tutte le sue avventure fra una guerra e l'altra, fra una rivoluzione e l'altra.

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Pino Chisari
Recensioni: 4/5

Scrittore molto interessante. Richiama le atmosfere di Marquez su un tema (in pratica la storia del calcio) piuttosto insolito, tanto da nobilitarlo. Da seguire.

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aruotalibera
Recensioni: 5/5

Un libro indimenticabile sui desideri e sull'ineluttabile deriva che possono imporre alla vita. Molta fantasia e tanti riferimenti che si leggono con piacere e che si tornano a cercare una volta terminata la lettura. Magnifica anche la costante colonna musicale di sottofondo.

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Voce della critica

"Mi chiamavano Rigoberto Aguyar Montiel, ma di nomi ne ho quattordici, quante le migrazioni della mia famiglia". Così si presenta il protagonista del romanzo, il cui titolo traduce l'incipit di una canzone di Vinicius de Moraes, scritta l'indomani del colpo di stato militare in Brasile che nel 1964 rovesciò il governo riformista del presidente Goulart. Sudamerica, musica, politica: che cosa c'entra allora, in copertina, quel campo da calcio, metà spiaggia metà mare, i pali quadrati di una porta, ombre lunghe e un pallone che galleggia lontano? C'entra, perché il football, anzi il fútbol, e la coppa del mondo, la mitica coppa Rimet, sono il filo rosso che Fabio Stassi ha scelto per attraversare la storia di mezzo Novecento. Tutto comincia a Parigi, fine anni venti. Rigoberto, sangue misto, aspirante scrittore, si sbronza con Ernest Hemingway; si riscalda alla stufa della libreria di Sylvia Beach; si innamora di Consuelo, meravigliosa prostituta e ambitissima modella. Ma la spagnola finisce vittima del folle orafo Tristan Valmont, che la rende immortale sciogliendola in una lega d'oro, rame e argento: la bellezza di Consuelo resta così per sempre imprigionata nella dea alata della coppa Rimet. Rigoberto comincia l'inseguimento del suo perduto amore: per oltre cinquanta anni, cercherà di rubare la coppa, la Diosa come la chiamano in Sudamerica, che ogni quattro anni, a partire dal primo campionato del 1930 in Uruguay, viene contesa dalle squadre nazionali di fútbol. Rigoberto, ladro in veste di cronista sportivo, rincorre il suo idolo lottando contro le dittature, che spesso piegano lo sport al servizio dei regimi, e incrociando sulla sua strada, come un Forrest Gump rebelde, varie icone del Novecento: Django Reinhardt e Adolf Hitler, Jules Maigret e Odbulio Varela, Mané Garrincha ed Ernesto Che Guevara. Alla fine di un lungo romantico inseguimento, e tanti rivoli di storie (forse troppi per un romanzo solo) riuscirà a riabbracciare la Diosa-Consuelo.
  Gino Cervi

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Conosci l'autore

Fabio Stassi

1962, Sicilia

di origine siciliana, vive a Viterbo e lavora a Roma in una biblioteca universitaria. Scrive sui treni. Nel 2006 ha pubblicato il romanzo Fumisteria (GBM, premio Vittorini Opera Prima 2007). Per minimum fax ha pubblicato È finito il nostro carnevale (2007), La rivincita di Capablanca (2008) e Holden Lolita Živago e gli altri. Piccola enciclopedia dei personaggi letterari (1946-1999) (2010), ha pubblicato con Sellerio: L’ultimo ballo di Charlot, tradotto in diciannove lingue (2012, Premio Selezione Campiello 2013, Premio Sciascia Racalmare, Premio Caffè Corretto Città di Cave, Premio Alassio), Come un respiro interrotto (2014), Fumisteria (2015, già Premio Vittorini per il miglior esordio), La lettrice scomparsa (2016) e Uccido chi voglio (2020) e Mastro...

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