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Descrizione


Libia, 1911. L'amore improvviso e la guerra in agguato nel deserto nordafricano luminoso e silenzioso, specchio primordiale della follia degli uomini. Anonimi o tristemente famosi, i personaggi di questo libro intrecciano le loro vite per recitare o ricordare la storia, che nel suo flusso accosta o divide i destini. Dagli eroici pionieri del volo al lancio della prima bomba da un aereo, dalla scomoda conquista italiana della Libia all'ultimo volo di Italo Balbo, esistenze individuali e collettive si fondono grazie a una scrittura asciutta ed evocativa per offrirci un raggio di luce su un recente passato, capace di illuminare anche aspetti del nostro presente.
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Dettagli

2007
1 gennaio 2007
192 p., Brossura
9788875200350

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 5/5
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Latinese
Recensioni: 3/5

Aiolli aveva i materiali in mano per scrivere un grande romanzo, un'epopea del colonialismo italiano, e del periodo più cupamente grandioso della nostra storia. Invece di scriverlo, ci propone il sunto. Siccome è bravo e scrive bene, viene fuori comunque una lettura godibile; ma io sono convinto che avrebbe potuto fare qualcosa di molto più grande.

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stefano mazzoni
Recensioni: 5/5

Un libro bellissimo nella trama narrativa che mi ha fatto conoscere una pagina della ns storia e una figura, quella di Balbo, davvero unica. Da leggere assolutamente!

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Fulvia Finelli
Recensioni: 5/5

Ho letto il commento che precede e sono pienamente d'accordo, anche se per motivi diversi. Come donna ho trovato lo spessore di questo romanzo nella drammaticità di un'immagine, di un pensiero, nella profondità di un dolore privato che finisce con il sovrastare la tragedia pubblica di una guerra. E' un libro difficile, che richiede attenzione. E questa forse è l'unica pecca che, tuttavia, si può perdonare all'autore per le emozioni che, comunque, ci regala.

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Voce della critica

Valerio Aiolli è un romanziere portato a sperimentare sempre strade nuove, a passare da un registro narrativo all'altro mutando, a volte vistosamente, l'oggetto della propria ricerca narrativa. Quest'ultimo romanzo ha al centro la passione per il volo, che da un padre ufficiale nella guerra di Libia combattuta dall'Italia nel 1911 si trasmette al figlio, e racconta, come si dice nella quarta di copertina, "le passioni, i miraggi, i sogni di gloria e le miserie di una generazione di italiani".
Ali di sabbia è un romanzo storico. Intercalata agli episodi storici, si racconta anche una succinta storia dell'aviazione, che parte da lontano a opera di uomini audaci, animati dal sogno di costruire una macchina capace di volare, dai primi bislacchi esperimenti fino al primo vero aereo, costruito nel 1904 dai fratelli Wright. Ma insieme alle ali troviamo la sabbia, quella del deserto sul quale sorse la colonia italiana della Libia, fino ad arrivare al giugno del 1940, quando Italo Balbo, asso dell'aviazione italiana negli anni trenta e gerarca fascista di primissimo piano, trovò la morte proprio nel cielo della Libia di cui Mussolini lo aveva nominato governatore. È un romanzo affascinante e originale, costruito giustapponendo episodi storici e storie d'amore, come quella tra Lucia e il giovane ufficiale a cui è fidanzata e di cui, all'inizio del romanzo, nel 1915, le giunge la notizia della morte.
Protagonista del romanzo si potrebbe forse considerare proprio il deserto, la sabbia dove cadde Balbo e con lui il suo giovane aiutante, Settimio, che era stato allevato da Lucia e che era figlio dell'uomo da lei amato, ma che era nato da una fugace relazione da lui avuta con una donna nel 1915, durante un drammatico combattimento tra i soldati italiani e i guerriglieri arabi. Il romanzo ha una struttura complessa. Ho l'impressione che l'autore abbia mescolato episodi realmente accaduti, forse attestati da documenti di cui ha potuto prendere visione, con altri frutto di fantasia. Mettere insieme le due cose ha richiesto certamente allo scrittore qualche sforzo, lo ha impegnato in una performance, in una prova di abilità costruttiva che presentava il rischio di dar vita a una trama troppo complicata. Ma il risultato finale mi pare sia pienamente soddisfacente.
Ali di sabbia racconta eventi di un tempo lontano, e lontano e suggestivo è lo spirito della narrazione, che ci parla di eroismo, di amor di patria, di valore militare, di spirito avventuroso, il tutto giocato su vari piani narrativi: racconto, diario ed epistolario. Racconta una guerra, quella italo-turca del 1911, a cui seguì una guerriglia degli indomiti arabi contro l'occupante italiano, che fu la prima prova impegnativa dell'imperialismo italiano, di quello che il sarcasmo di Lenin chiamò "l'imperialismo degli straccioni". Guerra e guerriglia che conobbero episodi di una ferocia inaudita, a opera di ambedue le parti in conflitto, e nelle quali l'esercito italiano si fregiò di un triste primato, quello di essere stato il primo esercito al mondo a impiegare l'aviazione per bombardare il nemico.
Chi racconta a pezzi e bocconi la storia dell'aviazione è il giovane ufficiale impegnato nel 1915 contro i resistenti libici, nel fortino sperduto nel deserto assediato dai ribelli. E che forse è il capitolo più bello ed emozionante. Il figlio del tenente è proprio quel Settimio che cadrà insieme a Balbo, colpito dal "fuoco amico" della contraerea italiana in un episodio misterioso la cui dinamica non fu mai chiarita. Ali di sabbia ha un'ispirazione che direi romantica, per gli episodi ardimentosi che narra, per il senso spavaldo di sfida alla morte che animava i due soldati, il padre e il bambino che nascerà da lui, destinati ambedue a morire giovani come chi è amato dagli dei. Leandro Piantini

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Conosci l'autore

Valerio Aiolli

1961, Firenze

Nato nel 1961 a Firenze, dove vive, Valerio Aiolli ha esordito nel 1995 con la raccolta di racconti Male ai piedi, finalista al Premio Assisi per inediti. Con il suo primo romanzo, Io e mio fratello (1999, edizioni e/o), tradotto anche in Germania e Ungheria, ha vinto il Premio Fiesole per narratori under 40 ed è stato ammesso alla Selezione Premio Strega. Sono seguiti Luce profuga, A rotta di collo (del 2002, con cui si è aggiudicato il Premio Giusti), Fuori tempo, Ali di sabbia, Il sonnambulo, Lo stesso vento.

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